La Sensibilità – ‘‘facoltà
che permette ad un sensore di rimanere impressionato’’
In psicologia, è la capacità di percepire
e di assorbire le piccole sfumature di ciò che
accade intorno al soggetto che viene colpito dallo stimolo.
Vorrei definirla usando termini che spaziano un po’
nel mondo della fantasia, trovando definizioni più
comunicative che non fredde sentenze cataloganti.
Forse è proprio la mia sensibilità a voler
mostrare questa qualità naturale nella sua reale
importanza e a portarmi a parlare in modo stravagante
volendo appoggiare il fantastico al reale.
Ma d’altronde la sensibilità non è
quella cosa che ci porta a conoscere lati delle persone,
lati della vita, lati di tutto ciò che ci circonda
in maniera forse un tantino esagerata per chi è
sprovvisto di una tale preziosità, e appagante
per chi invece con lei condivide gioie e dolori del quotidiano?
Kant nella Critica alla Ragion Pura l’uomo può
conoscere il mondo e tutte le cose che lo circondano mediante
l’interazione di due semplici livelli: quello della
sensibilità e quello dell’intelletto.
Una volta giunta la percezione di una rappresentazione
reale, il nostro modo di essere riesce ad immagazzinarla
attraverso l’elaborazione sensoriale, e da quella
percezione può nascere qualcosa di molto bello
o di molto brutto, così come può non nascerne
niente. La nostra sensibilità o impressionabilità,
detterà la valutazione della cosa percepita dando
vita alla sensazione.
Kant sosteneva che l’uomo nasce con i propri occhiali
davanti agli occhi, le lenti di questi occhiali, hanno
tutte sfumature diverse, per cui se le lenti degli occhiali
di un persona sono verdi, e di un’altra persona
sono blu, le due persone vedranno il mondo in maniera
differente; le lenti poi possono essere più o meno
pulite, facendo arrivare i dati in maniera ancora differente;
entrambe le persone sono in grado di vedere, ad entrambi
arriva la percezione, ma la possibilità di assorbirla
in ugual modo non c’è, per questo le sensazioni
che verranno scatenate non potranno essere uguali.
Lo stimolo: non dobbiamo catalogarlo unicamente in una
percezione singola, ad esempio un trillo, un lampo, una
toccata; una notizia che arriva a toccare la nostra sensibilità,
può anche essere data da un qualcosa che si risolve
nel lampo di un secondo, ma può anche essere che
sia una molteplicità di impulsi che si manifestano
in maniera povera ma che in realtà sono ricchi
di effetti scatenanti.
All’inizio della nostra evoluzione sensoriale, è
normale che riusciamo a captare un segnale per volta,
e solo dopo aver immagazzinato tanti segnali possiamo
creare dalla loro unione una sorta di Arcobaleno. Ogni
volta che vedremo apparire un colore di quell’Arco,
la nostra sensibilità ci renderà protagonisti
di sensazioni stimolanti.
Nel mondo degli Animali accade la stessa cosa.
Nel nostro particolare discorso/argomento, il Cane, è
provvisto di una sensibilità di gran lunga maggiore
a quella di noi esseri umani, perché tutto il suo
modo di comunicare è fatto di stati d’animo.
Il problema è per noi di saper raggiungere quel
grado di sensibilità e di riuscire a capire quello
che il nostro Cane sta cercando di dirci attraverso quel
messaggio così sterile ma che nella realtà
è un Arcobaleno.
Vedere un Cane con un’espressione disorientata,
causa in me un senso di pietà.
Vedere il proprietario di un Cane che non capisce cosa
il suo Cane sta cercando di dirgli, causa in me un senso
di rabbia.
Vedere un Cane che corre felice incontro al suo Compagno,
causa in me un senso di gioia.
Vedere una Mamma con i suoi cuccioli, causa in me un senso
di amore.
Vedere un cucciolo senza la sua Mamma, causa in me un
senso di tristezza.
Vedere un Cane sul ciglio della strada, causa in me un
senso di dolore.
La sensibilità è quella cosa che ci permette
di capire e di entrare nello stato d’animo di chi
abbiamo di fronte, però non sempre ci permette
di trasmettere quello che stiamo recependo dalla visione
a chi la sensibilità non sa neanche dove sta di
casa.
Il livello di sensibilità, oltre alla soggettività
dell’individuo, lo possiamo catalogare in merito
all’età della persona e del Cane. Non essendo
però facile catalogare un’età equiparante,
possiamo solo dare delle tracce sommarie dicendo che un
Bimbo è sicuramente meno sensibile di un adulto
sensibile (ripetizione dovuta perché il Bimbo è
un esserino sensibile a modo suo, un adulto non lo è
sempre).
Per avere una riprova della diversità di sensibilità
fra i due individui, faccio sempre lo stesso esempio:
un Bimbo può vedere tranquillamente il Film d’animazione
Disney ‘’Red e Toby’’, io dopo
anni che era uscito e che anche i miei nipotini avevano
visto e stravisto, non sono riuscita a vedere che i primi
minuti, e cioè fino a quando, della Mamma di Red,
non si suppone che ‘’la fine’’
che abbia fatto, visto che dopo lo sparo non si sa più
nulla di lei.
La sensibilità del Bimbo, è ancora allo
stato iniziale della sua crescita, gli stimoli sono ancora
a livello di singoli impulsi e la capacità associativa
è scarsa; la mia no!
Ci sono però moltissimi adulti che guardando un
Film di animazione Disney, non provano le mie stesse sensazioni
se non addirittura ne sono annoiati.
Il Cane ha un livello di sensibilità maggiore
rispetto all’uomo; il cucciolo e l’adulto
sono entrambi sensibili sempre ; la loro variante sta
nelle esperienze vissute (ed è scontato) e nella
razza di appartenenza. La soggettività è
importante così come le esperienze e il carattere
nella sua totalità, ma una nota di appunto va fatta,
per avere una linea guida, sulla razza (o mix) dell’individuo
che abbiamo in osservazione o in custodia.
Possiamo racchiudere la definizione di sensibilità
in poche parole:
la sensibilità è l’abilità
dei sensi.
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la Sensibilità
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