Ansia o stress? (tratto dal libro "Alfa questa sconosciuta"di Barbara Tullio e Paolo Caldora)

 

Il suo cane non vuole stare solo, perchè soffre di ansia da separazione. Il mio cane è agitato, perchè è affetto da ansietà. Il tuo cane diventa apprensivo quando è dal veterinario, perchè è ansioso.
Ma siete proprio sicuri di quel che state dicendo?... siete proprio certi che si tratti di inquietudine generata dall’ansia e non di disagio originato da stress?

Iniziamo con l’analizzare le due parole:

Stress = stato di affaticamento mentale e/o fisico che genera tensione. Nel linguaggio medico: ciò che produce alterazione o sconvolgimento dell’equilibrio (fisiologico, nervoso e psicologico), determinando una condizione di malessere, di disagio o di eccitazione. Stato di agitazione/confusione.
Stress positivo: eccitabilità.
Stress negativo: disorientamento.
Stressante - aggettivo del sostantivo stress: che provoca stress; logorante, molto faticoso (svolgere un lavoro stressante; vivere una situazione stressante).

Ansia = stato d’animo che genera inquietudine interiore; intenso desiderio che provoca agitazione; stato di apprensione; stato di allarme continuo, che dà una penosa sensazione di impotenza di fronte a pericoli più o meno immaginari.
Ansioso - aggettivo del sostantivo ansia: che è in ansia, è turbato, è preoccupato.
Ansiogeno - aggettivo del sostantivo ansia: che genera ansia, che procura angoscia (ansia dolorosa causata generalmente da paura, dubbio, oppressione interiore).
Ansietà: stato di inquietudine interiore, sospensione dell’animo fra la speranza e l’apprensione.

L’ansia è l’ evoluzione dello stress; un progresso intellettivo che la specie animale ‘canis familiaris’ non raggiunge.

Per quanto sopra esposto possiamo sostenere, che quando sentiamo parlare di stati d’ansia nel cane, dobbiamo interpretare tali affermazioni, come una modalità per esprimere un concetto con terminologie umane riferite a comportamenti canini, non perché realmente il cane possa vivere tali emozioni, ma solo nell’utilità di farsi capire meglio dalle persone con cui si sta avendo il dialogo.

Se l’ansia è uno stato d’animo sospeso fra la speranza e l’apprensione, come può essere concepito dal cane?... per poter essere veritiero quel che viene affermato da coloro che si esprimono in tal modo, dovrebbe essere altrettanto vero che il cane si trova nella capacità di vivere la speranza e l’apprensione.
Cos’è la speranza?... cos’è l’apprensione?...
La speranza è l’attesa, o meglio, il desiderio di qualcosa che avverrà. L’apprensione è l’inquietudine provocata dal pensiero che possa accadere qualcosa di temibile – la strana sensazione di un presagio negativo.
Stiamo parlando quindi, di un’astrazione di pensiero, una proiezione della mente verso qualcosa che deve avvenire, o forse avverrà, usando la pura immaginazione. In poche parole, la facoltà di fantasticare su possibilità future.
Correndo con l’immaginazione e soffermiamoci sul fatto di concepire il futuro: se così fosse, il cane sarebbe in grado di vedere con la mente cosa accade dietro la porta chiusa, o, cosa farà la sua famiglia, dopo essere uscita di casa. Abbiamo pocanzi visto come il cane, imparando una cosa, sia poi in grado di ricordarla e di collegarla ad un evento dell’immediato futuro. Ma ciò non vuol dire conoscere il significato di futuro.
Però, se io sono in cucina a preparare la pappa, lui sa, che fra poco mangerà. Fra poco non è futuro?... e se io mi preparo per uscire e prendo il guinzaglio, sa che fra poco uscirò con lui. Fra poco, non è nuovamente futuro?...
C’è una bella differenza fra vivere una situazione che porta ad un’altra situazione e immaginare ora cosa avverrà dopo.
Il cane in questione sta assistendo ad un comportamento ripetitivo nel tempo (abitudine), e siccome in lui è presente la capacità di apprendimento, ha imparato, tramite l’osservazione, a cosa porta una sequenza di azioni.

Il cane può, invece, assumere atteggiamenti tipici dello stato ansiogeno, come: tremare, ansimare, avere un’accelerazione del battito cardiaco, ma sia ben chiaro, li può solo assumere. Questo non vuol dire che non viva lo stato di agitazione che manifesta, ma da sottolineare è, che vive il presente dello stato in cui si trova, vive il disagio che questo provoca, vive la situazione negativa prodotta, ma assolutamente non riesce a generare ciò, da uno stato di ansietà, bensì da uno stato di insicurezza.
Inoltre, se l’atteggiamento di agitazione, porta ad avere attenzioni maggiori da parte dei suoi familiari, il cane apprende come, un simile comportamento, sia un buon conduttore di coccole, facendo solo una semplice elaborazione mentale ‘se mi comporto così, ottengo questo’ - elaborazione intelligente di un animale sociale.
La stessa cosa si può verificare (parliamo sempre di proposta = risposta), in un diverso rituale: il cane non vuole farsi toccare (non stiamo analizzando perché, è solo per riportare un esempio), schiva la carezza o ringhia o semplicemente se ne va, colui che voleva toccarlo desiste dal farlo; il cane ha ottenuto quel che voleva. Manifestazione più lampante e più espressiva per un discorso di espressione diretta di disagio: il cane invece di andarsene comincia a tremare, sbavare, ansimare, anche le accelerazione del battito cardiaco… tipico atteggiamento ansiogeno, colui che voleva toccarlo desiste dal farlo; il cane ha ottenuto quel che voleva. La differenza fra questo e il comportamento dell’essere umano, sta nel fatto che, il cane ha imparato (come dice Konorsky: per prove ed errori) un modo per uscire dalla situazione.
Il cane rimane a casa da solo, mentre la sua famiglia è lontana, devasta ‘il solito divano’. In molti identificano questo modo di agire, come un disturbo dovuto, ad ansia da separazione. Se il cane non è abituato a rimanere solo in casa, non vuol dire che, se per ingannare il tempo devasta un divano, sia affetto da ansia, la prima cosa che mi viene in mente è che sia un tipetto poco educato. Per educazione s’intende, il seguire uno standard di vita ove ci sono delle regole da rispettare. Mi viene più facile credere, che questo cagnetto, non sappia quel è il suo posto. Leggendo attentamente fra gli stadi della crescita naturale, è semplice arrivare al punto. Ogni cucciolo conosce il distacco dalla mamma e il ritorno di lei da lui. Se la famiglia adottiva non è in grado di richiamare alla mente del cane, qualcosa ch’egli conosce naturalmente, non si può dire che sia nel cane il problema, semmai nella famiglia che si occupa di lui. Questo tipo di atteggiamento sbagliato, può avere alcune soluzioni: 1- il cane viene portato dallo psicologo-comportamentista, e, oltre ad alcuni condizionamenti, non impara nulla; 2- la famiglia del cane viene guidata nello studio del branco, da persone coscienziose - non da strizza-cervelli - per educare il proprio animaletto; 3- tutto rimane tale e quale, con un’unica diversità, il cane non verrà più lasciato solo. La scelta fra le soluzioni, sta alla famiglia… la scelta fra le soluzioni, cadrà sulla variante che più si addice alla personalità dei singoli componenti della famiglia.

Durante una manifestazione sportiva, l’uomo vive l’ansia da prestazione, il cane ne subisce lo stress - il disagio - che l’uomo gli sta trasmettendo.

L’ansia è la proiezione della debolezza umana. Un atteggiamento ansiogeno del cane è la rappresentazione della risultante della frustrazione umana, su di lui.

 

 

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