Il suo cane non vuole stare solo, perchè soffre
di ansia da separazione. Il mio cane è agitato,
perchè è affetto da ansietà. Il tuo
cane diventa apprensivo quando è dal veterinario,
perchè è ansioso.
Ma siete proprio sicuri di quel che state dicendo?...
siete proprio certi che si tratti di inquietudine generata
dall’ansia e non di disagio originato da stress?
Iniziamo con l’analizzare le due parole:
Stress = stato di affaticamento mentale e/o fisico che
genera tensione. Nel linguaggio medico: ciò che
produce alterazione o sconvolgimento dell’equilibrio
(fisiologico, nervoso e psicologico), determinando una
condizione di malessere, di disagio o di eccitazione.
Stato di agitazione/confusione.
Stress positivo: eccitabilità.
Stress negativo: disorientamento.
Stressante - aggettivo del sostantivo stress: che provoca
stress; logorante, molto faticoso (svolgere un lavoro
stressante; vivere una situazione stressante).
Ansia = stato d’animo che genera inquietudine interiore;
intenso desiderio che provoca agitazione; stato di apprensione;
stato di allarme continuo, che dà una penosa sensazione
di impotenza di fronte a pericoli più o meno immaginari.
Ansioso - aggettivo del sostantivo ansia: che è
in ansia, è turbato, è preoccupato.
Ansiogeno - aggettivo del sostantivo ansia: che genera
ansia, che procura angoscia (ansia dolorosa causata generalmente
da paura, dubbio, oppressione interiore).
Ansietà: stato di inquietudine interiore, sospensione
dell’animo fra la speranza e l’apprensione.
L’ansia è l’ evoluzione dello stress;
un progresso intellettivo che la specie animale ‘canis
familiaris’ non raggiunge.
Per quanto sopra esposto possiamo sostenere, che quando
sentiamo parlare di stati d’ansia nel cane, dobbiamo
interpretare tali affermazioni, come una modalità
per esprimere un concetto con terminologie umane riferite
a comportamenti canini, non perché realmente il
cane possa vivere tali emozioni, ma solo nell’utilità
di farsi capire meglio dalle persone con cui si sta avendo
il dialogo.
Se l’ansia è uno stato d’animo sospeso
fra la speranza e l’apprensione, come può
essere concepito dal cane?... per poter essere veritiero
quel che viene affermato da coloro che si esprimono in
tal modo, dovrebbe essere altrettanto vero che il cane
si trova nella capacità di vivere la speranza e
l’apprensione.
Cos’è la speranza?... cos’è
l’apprensione?...
La speranza è l’attesa, o meglio, il desiderio
di qualcosa che avverrà. L’apprensione è
l’inquietudine provocata dal pensiero che possa
accadere qualcosa di temibile – la strana sensazione
di un presagio negativo.
Stiamo parlando quindi, di un’astrazione di pensiero,
una proiezione della mente verso qualcosa che deve avvenire,
o forse avverrà, usando la pura immaginazione.
In poche parole, la facoltà di fantasticare su
possibilità future.
Correndo con l’immaginazione e soffermiamoci sul
fatto di concepire il futuro: se così fosse, il
cane sarebbe in grado di vedere con la mente cosa accade
dietro la porta chiusa, o, cosa farà la sua famiglia,
dopo essere uscita di casa. Abbiamo pocanzi visto come
il cane, imparando una cosa, sia poi in grado di ricordarla
e di collegarla ad un evento dell’immediato futuro.
Ma ciò non vuol dire conoscere il significato di
futuro.
Però, se io sono in cucina a preparare la pappa,
lui sa, che fra poco mangerà. Fra poco non è
futuro?... e se io mi preparo per uscire e prendo il guinzaglio,
sa che fra poco uscirò con lui. Fra poco, non è
nuovamente futuro?...
C’è una bella differenza fra vivere una situazione
che porta ad un’altra situazione e immaginare ora
cosa avverrà dopo.
Il cane in questione sta assistendo ad un comportamento
ripetitivo nel tempo (abitudine), e siccome in lui è
presente la capacità di apprendimento, ha imparato,
tramite l’osservazione, a cosa porta una sequenza
di azioni.
Il cane può, invece, assumere atteggiamenti tipici
dello stato ansiogeno, come: tremare, ansimare, avere
un’accelerazione del battito cardiaco, ma sia ben
chiaro, li può solo assumere. Questo non vuol dire
che non viva lo stato di agitazione che manifesta, ma
da sottolineare è, che vive il presente dello stato
in cui si trova, vive il disagio che questo provoca, vive
la situazione negativa prodotta, ma assolutamente non
riesce a generare ciò, da uno stato di ansietà,
bensì da uno stato di insicurezza.
Inoltre, se l’atteggiamento di agitazione, porta
ad avere attenzioni maggiori da parte dei suoi familiari,
il cane apprende come, un simile comportamento, sia un
buon conduttore di coccole, facendo solo una semplice
elaborazione mentale ‘se mi comporto così,
ottengo questo’ - elaborazione intelligente di un
animale sociale.
La stessa cosa si può verificare (parliamo sempre
di proposta = risposta), in un diverso rituale: il cane
non vuole farsi toccare (non stiamo analizzando perché,
è solo per riportare un esempio), schiva la carezza
o ringhia o semplicemente se ne va, colui che voleva toccarlo
desiste dal farlo; il cane ha ottenuto quel che voleva.
Manifestazione più lampante e più espressiva
per un discorso di espressione diretta di disagio: il
cane invece di andarsene comincia a tremare, sbavare,
ansimare, anche le accelerazione del battito cardiaco…
tipico atteggiamento ansiogeno, colui che voleva toccarlo
desiste dal farlo; il cane ha ottenuto quel che voleva.
La differenza fra questo e il comportamento dell’essere
umano, sta nel fatto che, il cane ha imparato (come dice
Konorsky: per prove ed errori) un modo per uscire dalla
situazione.
Il cane rimane a casa da solo, mentre la sua famiglia
è lontana, devasta ‘il solito divano’.
In molti identificano questo modo di agire, come un disturbo
dovuto, ad ansia da separazione. Se il cane non è
abituato a rimanere solo in casa, non vuol dire che, se
per ingannare il tempo devasta un divano, sia affetto
da ansia, la prima cosa che mi viene in mente è
che sia un tipetto poco educato. Per educazione s’intende,
il seguire uno standard di vita ove ci sono delle regole
da rispettare. Mi viene più facile credere, che
questo cagnetto, non sappia quel è il suo posto.
Leggendo attentamente fra gli stadi della crescita naturale,
è semplice arrivare al punto. Ogni cucciolo conosce
il distacco dalla mamma e il ritorno di lei da lui. Se
la famiglia adottiva non è in grado di richiamare
alla mente del cane, qualcosa ch’egli conosce naturalmente,
non si può dire che sia nel cane il problema, semmai
nella famiglia che si occupa di lui. Questo tipo di atteggiamento
sbagliato, può avere alcune soluzioni: 1- il cane
viene portato dallo psicologo-comportamentista, e, oltre
ad alcuni condizionamenti, non impara nulla; 2- la famiglia
del cane viene guidata nello studio del branco, da persone
coscienziose - non da strizza-cervelli - per educare il
proprio animaletto; 3- tutto rimane tale e quale, con
un’unica diversità, il cane non verrà
più lasciato solo. La scelta fra le soluzioni,
sta alla famiglia… la scelta fra le soluzioni, cadrà
sulla variante che più si addice alla personalità
dei singoli componenti della famiglia.
Durante una manifestazione sportiva, l’uomo vive
l’ansia da prestazione, il cane ne subisce lo stress
- il disagio - che l’uomo gli sta trasmettendo.
L’ansia è la proiezione della debolezza
umana. Un atteggiamento ansiogeno del cane è la
rappresentazione della risultante della frustrazione umana,
su di lui.