Apprendimento Pratico tratto dal libro "A TE - Educazione Naturale" di Barbara Tullio e Paolo Caldora

Apprendimento pratico – è un atto risolutorio non subitaneo, poiché scaturito dalla valutazione del caso; azioni scaturite da casualità e sperimentate con discernimento autonomo.
Alla base esiste il ragionamento per associazione stimolo = positività, riconosciuto nel condizionamento classico (Pavlov) – risposta ad uno stimolo uditivo o sonoro ‘’suono della campanella o accensione di una lucina, corrispondenti a somministrazione di cibo’’, seguito da stimolo = aspettativa positiva ‘’suono della campanella o accensione di una lucina, senza somministrazione di cibo, e manifestazione di salivazione da parte della Cavia’’(appetibilità in attesa di appagamento), e si completa in stimolo = illusione ‘’promessa di appagamento e attesa non premiata / fallimento non compreso dalla Cavia e perseveranza nell’attesa’’ (che non avrà comunque soddisfazione perché al suono della campanella o all’accensione della lucina non verrà somministrato il cibo se non dopo molto molto tempo, e solo se chi sperimenta, deciderà di premiare l’attesa oppure vorrà andare avanti con lo studio per verificare i tempi e le modalità di reazione successivi alla manifestazione della salivazione/desiderio).
A questo si aggiunge la conoscenza dello stimolo = positività, e stimolo = negatività materiale/corporea, condizionamento operante (Skinner) – risposta ad uno stimolo positivo‘’azione di una leva per avere cibo’’ e risposta ad uno stimolo negativo‘’azione della stessa leva ottenendo non cibo ma una scarica elettrica’’; la seconda risposta avuta dall’azionamento della leva stimolo, comporta l’immediato arresto dell’azione da parte della Cavia, e in seguito, nel ricevere sempre quel tipo di negatività, provoca (nella Cavia) un conseguente aumento del disappunto, dettato da un processo di alterazione dell’eccitabilità dei nervi (riconosciuto dagli studiosi in aggressività).
Le esperienze cambiano le risposte dell’individuo. Le risposte vengono emesse in base alle domande/risposte ricevute da stimoli uguali con un risvolto disuguale a seconda del caso.

I due condizionamenti riportati (riconosciuti in ‘’base esperienziale’’) sono solo un esempio e una ‘’mostra’’ per notificare il significato scientifico di ‘’Apprendimento pratico’’. Approvati o meno per la loro ugual-dissimile ‘’durezza’’, dobbiamo riconoscere che mostrano atti ed esperienze che ugualmente influenzano la nostra crescita; essi danno delle esplicite direttive sull’importanza, nell’esperienza, della giusta assistenza (mancante per le Cavie) necessaria per una crescita/educazione lineare della conoscenza, e mostrano lo stress e la pericolosità del condizionamento e del patimento.

Considerazioni - Per prima cosa dobbiamo riflettere sul fatto che: una risposta provocata artificialmente, manca di spontaneità del gesto; il condizionamento uditivo (come anche quello visivo se ci fosse una lucina al posto di un campanello, a dare il segnale) è un controllo ipnotico dell’individuo e pronuncia una dipendenza comunicativa innaturale; e l’attesa non appagata (non conoscendo/non capendone la ragione) è una risposta negativa che agisce sull’incomprensione, sull’insicurezza e, come la precedente, sugli stati d’animo per chi attende fiducioso, poiché allungando il tempo d’attesa soprattutto, si può generare in lui incertezza, inquietudine, agitazione (Pavlov). Per quanto riguarda gli esperimenti di Skinner, abbiamo un inizio migliore rispetto a quello di Pavlov, perché l’azionamento della leva da parte della Cavia non ha condizionamenti visivi o sonori, e l’Animaletto sceglie nella casualità e poi esamina attraverso l’esperienza appresa, di azionare la leva; mentre abbiamo una seconda parte visibilmente negativa perché provoca una eccitazione dei nervi che trova sfogo in un comportamento iracondo più su dello standard. La povera Cavia continua a ricevere la stessa negatività ogni qualvolta aziona la leva fiduciosa di ricevere invece cibo che purtroppo non arriverà. La Cavia non ha altra via per arrivare al cibo perché non è possibile aggirare l’ostacolo interrompendone la fase‘’ostile’’; alla fine terminerà la sua richiesta rinunciando ad alimentarsi!...È vero che la rinuncia è un qualcosa che ‘’dobbiamo’’ imparare, però esistono modi e modi per insegnare e permettere un apprendimento equilibrato, anche se si agisce in solitaria; la negatività è importante quanto la positività, sono gli eccessi ad essere inutili e oltremodo nocivi!
La documentazione che risulta da un siffatto esperimento non può essere che giudicata incompleta poiché mancante del lato lucido dell’espressione comportamentale.
Dall’esperimento di Skinner, è stato estratto che il fattore negativo sia un lato diseducativo che stimola solo avversione violenta. Deduzione assolutamente falsa come dimostrato da un altro studioso.

- A presentare una modalità decisamente meno invasiva e, se vogliamo, più produttiva, ricordiamo l’americano Thorndike - il primo a formulare l’apprendimento per ‘’prove ed errori’’. Modello del suo studio fu un Gatto. ‘’Egli pose il Gatto in una gabbia; davanti alla gabbia mise una pietanza molto appetitosa; per arrivare ad essa, il Gatto doveva passare attraverso uno sportellino; questo era provvisto di una chiusura che il Gatto avrebbe dovuto rimuovere. Provando e riprovando, dopo una serie di errori, l’Animaletto cominciò a depennare le prove che non risultavano fruttifere e arrivò alla soluzione finale.’’
Questo esperimento decise la nascita di ‘’una risposta dettata dall’esperienza pratica scaturita dal discernimento di risultanti positive e negative’’; il che vuol dire che si deve ricevere una educazione completa provvista di positivo e di negativo senza dover eccedere mai con le stimolazioni e le difficoltà soprattutto nelle fasi di apprendimento; in tal modo si permetterà al soggetto di avere una giusta lucidità per arrivare a meta!

Meno evidente (rispetto a Skinner) la crudeltà in Pavlov, perché la Cavia non ha dimostrazioni comportamentali così evidenti, ma sempre crudele è, perché la Cavia in attesa del cibo, pur non muovendosi, mostra una reazione involontaria (la salivazione) che altro non è che l’attesa di una promessa non mantenuta. L’organismo della Cavia ci parla di quanto abbia bisogno di ricevere quel che la promessa, ha garantito.

Cosa si evidenzia nelle sperimentazioni?
Le sperimentazioni di Pavlov e Skinner portano in luce come, il ricevere una risposta inerente alla medesima situazione/atto, non uguale a quella conosciuta, crei ugualmente nell’individuo la necessità di interagire (domandare ancora), anche involontariamente. La salivazione è una reazione fisiologica non volontaria manifestata in corrispondenza di stimolazioni che avvengono in uno stato esterno di tranquillità (in assenza di stimoli sensoriali che agiscono in maniera negativa), ed è la dimostrazione del bisogno di ricevere la risposta abituale.
La reazione esageratamente infastidente alla mancata risposta (insicurezza passiva, insicurezza aggressiva/nervosa attiva) la notiamo in relazione ad una modalità di risposta clamorosamente opposta a quella conosciuta, ossia fortemente negativo rispetto a alla solita.
Le due sperimentazioni non certificano altro che esuli dall’aridità dell’esperimento, poiché nella vita vera, quella in cui le comunicazioni avvengono fra esseri viventi, le reazioni e i significati delle reazioni, sono completamente diversi, intendendo diversi con ‘’comunicativi relazionali nel sociale’’. E anche quando si interagisce con un oggetto che crea un problema o ci si trova a dover affrontare una situazione scomoda e/o altamente difficile da superare, si arriva all’eventuale rinuncia (nel continuare l’opera), prima di aver tentato di oltrepassare muri invalicabili, abdicando saggiamente anzitempo perché la salvaguardia della ‘’salute’’ viene prima di tutto!
Negli esperimenti, da non sottovalutare, anzi da mettere ancor più in evidenza, un fattore che conferma la nostra filosofia: un Animale sociale che nasce e vive per la Famiglia intesa anche come Comunità, senza il dovuto appoggio/sostegno di un membro di fiducia, soprattutto in fase di ‘’apprendimento’’, è perso! La reazione che attua è certamente personale, ma la stessa, se si identifica in un comportamento errato e nessuno, (all’infuori di uno stimolo uditivo meccanico o stimolo tattile meccanico) interviene in suo aiuto (aiuto dell’individuo, anche solo per sostenerlo nella riflessione), ecco che la mancata istruzione e il mancato sostegno, spingono lui (il soggetto) ad assumere atteggiamenti non corretti – non educati nella valutazione!

Domanda: è giusto educare nel condizionamento che crea una dipendenza psico-comportamentale? (Pavlov)… è giusto lasciare Creature povere di esperienza, libere di affrontare in solitaria le variazioni situazionali, sottovalutando che le soluzioni possono portarle ad una più che probabile iniziativa negativa? (Skinner)

L’esperimento di Pavlov, ha portato molte persone a credere che sia un buon metodo educativo poiché ‘’mostra’’ un apprendimento facile e rapido, ‘’non mostrando’’ di contro, i disagi dell’individuo sottopostovi; e l’esperimento di Skinner, a credere che gli stimoli negativi nell’educazione, nell’apprendimento, conducano tutti a risposte di aggressività.

Entrambi invece possono essere colpevolizzati e non.

- Ironicamente potrei dire che Pavlov ha gettato le basi per l’insegnamento alle Cavie del significato di ‘’bugia’’, di ‘’instabilità’’ e di ‘’dipendenza fisio/psicologica’’, e Skinner vi ha aggiunto il lato doloroso - fisico e psichico.
Il problema, oltre alla miserabilità della cosa, sta nel fatto che le Cavie non capiranno mai le seconde fasi dell’insegnamento e tanto meno capiranno il significato di ‘’bugia’’, mentre faranno propria la ‘’dipendenza’’ e la ‘’instabilità’’ -.

- L’esperimento di Pavlov, mostra un disagio psichico nella seconda risposta, operando questa in maniera illusoria sul soggetto. In più agisce sul condizionamento in maniera tanto permeante che, il campanello e/o la lucina, diventano sensori influenzanti, favorendo infatti la salivazione quando il premio in cibo non viene elargito pur avendo il soggetto, risposto in maniera idonea alla domanda.

L’esperimento di Skinner certifica che si può condurre un individuo ad una forma di non equilibrio solo quando l’insicurezza prende in lui il sopravvento! …ossia, quando ciò che destabilizza il comportamento della cavia (poiché maggiorato di più impulsi), è il non riconoscere due risposte opposte alla stessa domanda (la seconda delle quali risulta altamente eccitante in negativo); e infatti, prima della forma isterica (collera da eccitabilità dei nervi), si annota l’immobilità (escamotage per uscire da situazioni destabilizzanti – resa – in questo caso, pausa concessasi per riflettere). Interessante ricordare, che l’immobilità è la prima cosa che impara il cucciolo quando, ad esempio, per necessità deve star fermo per farsi pulire dalla Mamma; e così è anche per il Bambino quando deve essere cambiato – atti dovuti dal processo di attenzioni – l’immobilità è fonte di grande saggezza e nasconde molte verità che spesso salvano gli individui da pericolosi incontri e/o scontri.
(Interessante leggere‘’l’immobilità’’nell’art. ‘’Vita e Morte’’

Ricapitolando - Le situazioni evolvono e le esperienze insegnano (una sacrosanta verità) - lo stimolo negativo di risposta, quando il soggetto si aspetta lo stimolo positivo di sempre, non è un elemento che scatena brutalità, ma disagio/stress; l’intensità del turbamento è carico o meno a seconda dell’intensità dello stimolo ricevuto, ed è il campanello di allarme che evidenzia come, in fase di apprendimento, una mancata assistenza (in un contesto troppo forte per chi è sotto esame) porti ad un’improvvisazione che non sempre indirizza verso la giusta scelta; una Guida consiglia e sostiene la Creatura nella sua riflessione promuovendone una sicurezza interiore; in questo modo si rende possibile in lei, la tranquillità nell’agire. (Senza una Guida, l’Apprendista è solo).
Inerente sempre a ciò che è stato appena riportato, credo sia opportuno sottolineare anche, come una certa coerenza sia fondamentale e come sia determinante che le variazioni arrivino per gradi: nella sperimentazione si parla di casualità (radice dell’apprendimento pratico) importantissima per permettere la nuova riflessione; però andando avanti con il discorso e ampliandolo a diverse vicende, non possiamo negare che la novità non sia segno di discontinuità del conosciuto; essa presenta infatti incoerenza in un comportamento compreso nella sua consueta manifestazione; per superare le diversità bisogna raggiungere un certo grado di maturità. La maturità la otteniamo accumulando esperienze ma, quando l’intuito e la casualità non ci supportano, come arriviamo a meta? Non possiamo davvero affidarci solo alla fortuna!? … A questo punto è necessario l’indirizzo di un mentore!
Le diversità, le vicissitudini che mutano la quotidianità, servono, ma possono causare disagi.
- Quando può non essere utile avere una Guida?
Abbiamo visto, nel corso dello studio, come Thorndike abbia dimostrato che le soluzioni non necessitano sempre di un Maestro … si è vero, e questo perché nel suo lavoro non ha (giustamente) sottoposto il Gatto a stimolazioni esagerate come ha fatto Skinner con il Topino, e nemmeno a stimolazioni (ai miei occhi negative oltre misura ma …) apparentemente innocue se non altamente positive (agli occhi degli osservatori poco attenti) come quelle presentate da Pavlov (ricordo - controllo ipnotico dell’individuo pag. 61 - Interessante il film Disney ‘’La carica dei 102’’ il recupero comportamentale di Crudelia de Mon!!!). Lui (Thorndike) ha creato una situazione adeguata alle possibilità dell’Animaletto che nella gradualità delle difficoltà e nella non esagerata manifestazione delle provocazioni, ha potuto trovare il tempo e la modalità per superare i problemi uscendo vittorioso dal test e accresciuto nell’esperienza.
Questa è un’educazione logica, giusta, rispettosa che tiene conto delle difficoltà che si possono incontrare quando non si ha esperienza e quando non c’è assistenza!
Le Creature devono poter risolvere delle difficoltà in solitaria quando le difficoltà non sono per loro un pericolo. Non devono per forza vincere, perché la sconfitta fa parte della vita e come tale va assimilata e accettata. Per imparare la sconfitta non si deve arrivare necessariamente a patire dei disagi devastanti, perché altrimenti, nello sgomento dello svolgimento delle azioni, possono entrare in ballo comportamenti dettati dall’istinto di conservazione … tale istinto racchiude troppe peculiarità che fanno precipitare l’individuo in altrettante problematiche: paure, insicurezze, destabilità emotive e comportamenti sociali deviati. Thorndike ha evidenziato la giusta modalità per far crescere chi è acerbo mentre affronta una situazione nuova, in un’educazione alla vita completa di fattori positivi e fattori negativi, di emozioni, di lucidità e di stress che inducono alla riflessione, al desiderio di agire e alla consapevolezza che non si possono risolvere (i problemi) tutti nello stesso modo (le esperienze si sommano e il bagaglio a cui attingere si fa sempre più ricco).

Un passo dopo l’altro percorrendo un sentiero fatto di salite, discese, tratti piani e lineari; ma anche con buche e ostacoli non sempre superabili.

Le esperienze, l’individualità, l’assistenza, le modalità educative, l’istinto e la naturalità che unisce tutto quanto, sono le perle del prezioso forziere. Per non rovinare queste unicità, ogni Mentore deve prestar loro molta attenzione. Chi è acerbo mostrerà piano piano tutti i lati del suo essere e chi lo accompagna non può permettersi di sbagliare, perché da lui dipenderà l’equilibrio della Creatura.

 

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