L’auto-controllo (tratto dal libro "Alfa questa sconosciuta")

 

Ritengo ci sia un po’ di confusione nell’attribuire al cane, problematiche di auto-controllo. Come sempre tutto parte dall’educazione ricevuta, e già mi viene da sottolineare che un esserino che conosce il suo posto e il suo ruolo nella famiglia, non può vivere le anomalie della mancanza di controllo, se per mancanza di controllo s’intende il non essere in grado di regolarsi negli atteggiamenti.
Probabilmente la confusione nasce dalla non conoscenza esatta del significato delle parole: il sostantivo ‘controllo’ viene dal francese, e il significato all’origine è ‘verifica’. Ne viene da solo che, pretendere da un cane una verifica se, i propri elaborati, siano logicamente giusti o meno, è un po’ un azzardo. Quindi deduco, che per mancanza di auto-controllo, s’intenda mancanza di educazione.
Da sempre, il lupo, impara a conoscere quali sono le azioni giuste da compiere, dal branco natio. Come abbiamo visto all’inizio del nostro racconto, impara a relazionarsi con il prossimo già in tenera età; impara a distinguere il posso dal non posso, dalla mamma e dal papà, e più in là dal resto della famiglia.
Perché per suo nipote non dovrebbe essere così?...
Un cane non ha molto regole da onorare, se non quelle del rispetto e della collaborazione, perciò, se la sua famiglia si comporta con lui in maniera semplicemente equilibrata, non può avere problemi inerenti allo sfogo di frustrazioni quali: la rabbia, la collera o la sfrenata eccitazione.
È pur vero però, che molti personaggi, attribuiscono la mancanza di auto-controllo al non essere in grado di tenere a bada le ‘pulsioni’ e, spesso, si fa riferimento all’atto del montare qualsiasi individuo capiti loro a tiro. Non ritengo proprio che ciò sia da considerarsi un problema di auto-controllo: 1° il cagnetto che attua un simile atteggiamento cerca, spesso e volentieri, di imporsi e dominare l’individuo a cui è rivolto, e lo fa esprimendosi con un messaggio atavico; rimproveriamo la famiglia che glielo permette o che comunque non gli ha mai spiegato che chi porta i pantaloni a casa non è lui; 2° la pulsione è la forza, la spinta che genera nell’organismo, il ricircolo costante del sangue. Tale forza porta, in alcuni casi, l’eccitazione dell’organo maschile… vorrei sapere come può essere insegnato al cane – in generale agli individui – a controllare il flusso del sangue... magari, insegnando lui di andare, al momento opportuno, a farsi una doccia fredda?!... 3° se l’intendimento fosse invece di non riuscire a controllare emozioni, azioni, manifestazioni di stress, torniamo all’inizio della questione, e cioè non stiamo parlando di mancanza di auto-controllo ma, di educazione; quindi prima di inventare patologie sui cani, bisognerebbe educare il genere umano a non scaricare le proprie frustrazioni sui poveri compagni a quattro-zampe, e a non lucrare sugli stessi.
Visto che abbiamo toccato l’argomento, approfondiamo il concetto di: dominanza o sessualità. Il mio cane monta tutti perchè ha bisogno di accoppiarsi.
Anche se l’uomo, nel generare le razze, ha manipolato la crescita fisica e mentale del cane, come vedremo più avanti nella presentazione della ‘Teoria Neotenica’, non ha potuto modificare il regolamento dell’accoppiamento; se in alcuni soggetti ciò non appare veritiero, come sempre l’effetto è causato dalle esperienze di vita.
In natura, sono solamente gli elementi Alfa a riprodurre; se a qualcuno del branco viene in mente di essere un soggetto importante, forte, utile alla specie, fa fagotto e si va cercare una femmina tutta per lui. Chi resta invece, si prodiga per la cucciolata, come già accennato nelle prime pagine, le altre femmine addirittura, vanno in gravidanza isterica per produrre latte, qualora non dovesse essere sufficiente quello della mamma naturale o dovesse venire a mancare lei stessa.
Il cane di casa, non vive esperienze naturali, la sua famiglia è composta da: mamma, papà e a volte fratelli e sorelle, generalmente tutti umani; i figli sono procreati dai membri Alfa, i membri Alfa sostengono tutto il branco e, una volta cresciuti, i figli parteciperanno.
E il cane?... No.
Quando i ragazzi saranno abbastanza grandi e vorranno una famiglia loro, non ci sarà incesto, perciò si staccheranno dal branco natio in cerca di un maschio o una femmina, secondo le leggi di natura, e procreeranno a loro volta.
E il cane?... No.
Il cane non occupa un posto di leader, perché dovrebbe procreare?
Gli unici cani che riproducono volontariamente sono i randagi, e lo fanno per salvaguardare la specie e aumentare la forza del clan, ed ogni volta che si accoppiano è per procreare, non per poter godere dell’atto in se. I cani di casa - quelli che fungono da figli non avuti, compagno o compagna non avuti, desiderio di nipotini - se montano tutto e tutti, lo fanno per dominanza… e lo fanno esprimendosi nel modo più appropriato: io sono il capo, io monto. Non è la risposta ad un impulso sessuale ma la dimostrazione di uno status quo.
Possiamo qui parlare di ‘problema comportamentale’, non derivante da un bisogno fisico ma da uno scompenso di rapporti.
Quando si parla di ‘disturbi comportamentali’, dobbiamo andare a cercare altri soggetti.

 

 

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