Conoscenza dell’Essere e Coscienza di essere

Sembra l’inizio di una lezione di filosofia, lo so.
Non è mia intenzione rompervi le scatole con frasi da analizzare senza cadere nell’oblio della disfatta del pensiero, però vorrei portare alla vostra attenzione alcuni dati che possono dare una chiara idea delle varie differenze cognitive che esistono fra sapiens e Animali di altre Specie.

Senza entrare in definizioni troppo difficili, è facile per tutti noi sapiens analizzare le parole del titolo dell’articolo, ossia capire che il significato di essere a conoscenza di chi siamo e di cosa siamo, necessita di una capacità di riflessione analitica che porta all’elaborazione del concetto di ‘’esistenza’’ e di ‘’consapevolezza di tutto ciò che è inerente alla Vita’’.
Ma forse non è facile capirlo per ciò che riguarda gli Animali diversi da noi.

A tal proposito mi permetto di fare un piccolo esempio per accelerare la comprensione.
Il Cane come sempre ci fa da maestro:

‘’Ieri pomeriggio ero in giardino; mentre passeggiavo stavo molto attenta a dove mettevo i piedi perché il terreno è molto secco e nelle parti scoscese è facile cadere. I Cani che erano con me, non prestavano invece la minima attenzione a dove mettere i piedi. ‘E certo’ ho pensato ‘voi avete 4 punti di appoggio e la pelle dura coperta da una folta pelliccia … che vi importa se scivolate!?!’
Questo pensiero mi ha fatto analizzare la capacità riflessiva del Cane.
‘’Il Cane, quando deve superare un ostacolo, se può cerca un passaggio che non lo metta in una condizione di pericolo; nell’insicurezza del momento torna anche sui suoi passi; ma se non trova ‘via d’uscita’, osa e …salta (forse!). … l’aver saltato, ha permesso lui di superare il ‘problema’, per cui farà tesoro dell’atto e se, in un’altra occasione, si ritroverà in una situazione similare, avendo superato il problema con quel certo atto, è più che probabile che sarà quello l’atto che attuerà’’.
Questo vuole dire ‘’non che ha appreso il significato di quell’atto (se è un salto, il significato di salto), bensì l’atto nella sua esplicita e semplice manifestazione’’.

L’analisi di un salto richiede una certa qualità/capacità ragionativa che il Cane non possiede.
Ciò che lui possiede è invece un capace istinto che gli permette di agire in un certo modo.
Quel che di meraviglioso c’è in questo fatto, è dato dall’azione senza coscienza (valutazione) dell’azione.

Potemmo titolare questo modo di agire come la spinta generata da uno Spirito Emozionale che gli permette, fiutando un aroma particolare, captando un suono non comune, vedendo una sagoma inconsueta o vivendo una inconsueta situazione, di reagire sfruttando le sensazioni istintive - emozionali.

Le grandi forme di apprendimento avvengono proprio in questo modo, e quello che rimane dentro all’Animale è forte tanto quanto l’emozione - l’esperienza vissuta. Ma per quanto forte sia stata, essa non permetterà lui di apprenderne il significato.

Quando sentite parlare perciò di cognitivismo attenti ad interpretare il messaggio che vi viene mandato dagli esperti del settore, non confondendolo con qualcosa che ha a che fare con il reale concetto di conoscenza/coscienza così come interpretato dall’essere umano e il mondo circostanziale!


Note

Cognitivismo – “Il cognitivismo è una corrente di pensiero multidisciplinare (neurologica, psicologica e pedagogica) che studia i processi mentali. A partire dagli anni 1956-1960 si contrappone al comportamentismo che considerava l’apprendimento come una concatenazione di stimoli e risposte e studiava perciò solo il comportamento osservabile. Il cognitivismo propone invece di studiare la mente umana in termini di memoria e di processi cognitivi (apprendere e conoscere); descrive i processi mentali e le strutture cognitive con cui si risolvono tipologie di situazioni problematiche. …
… L’attenzione è quindi focalizzata sulla mente, e non sul comportamento, sull’organizzazione dei processi mentali intesi come una sequenza di azioni dotata di uno scopo e diretta a un fine. Vengono infatti studiati i “modelli” in grado di spiegare le funzioni cognitive. Lo stesso apprendimento è considerato come espressione della mente, dei suoi processi e delle condizioni psicodinamiche in cui si determina. È un processo fondato sull’attività mentale di rielaborazione, sul richiamo alla memoria, sull’organizzazione del materiale. Il processo con cui si acquisisce organizza e utilizza la conoscenza viene ricondotto ad una elaborazione di informazioni originata nella mente, si parla infatti di una teoria della elaborazione delle informazioni (human information processing) e l’uomo viene considerato un attivo elaboratore di informazioni provenienti dall’ambiente con cui ha un rapporto di reciproca influenza (cfr. Luccio 2002)”.
Tratto da uno scritto a cura di Chiara Laici

Il cognitivismo si basa quindi su processi mentali umani. Questo lo denuncia come non idoneo alle capacità elaborative di Animali diversi.


Pensiero – ‘’ /pen'sj?ro/ s. m. [dal provenz. pensier, der. del lat. pensare "pensare"]. - 1. a. [attività mentale che consente all'uomo di elaborare concetti] ˜ intelletto, intelligenza, ragione, raziocinio. b. (estens.) [insieme delle facoltà intellettive: rivolgere il p. a qualcuno; riandare col p. al passato] ˜ cervello, mente, testa. 2. (filos.) [attività speculativa propria di un pensatore, di un movimento, di un'epoca: il p. illuministico] ˜ concezione, dottrina, indirizzo, orientamento, posizione, teoria. 3. (estens.) a. [spec. al plur., singola rappresentazione mentale: essere assorto nei propri p.] ˜ considerazione, idea, meditazione, riflessione’’. Tratto da Treccani.it

La formulazione di un pensiero implica la capacità di elaborare teorizzando delle ipotesi e la programmazione di un comportamento.

Partorire pensieri per Animali non sapiens, non è possibile, per via della mancanza di elaborazione astratta che permette il discernimento dell’atto


Persona – ‘’Termine proveniente dal latino persona (maschera), che a sua volta è probabile che provenga dall'etrusco phersu (‘maschera dell'attore', ‘personaggio’). … nelle iscrizioni tombali riportate in questa lingua indica "personaggi mascherati". Tale termine etrusco sarebbe ritenuto un adattamento del greco p??s?p?? (prósopon) dove indica il volto dell'individuo[7], ma anche la maschera dell'attore e il personaggio da esso rappresentato. … In ambito filosofico, si definisce persona un essere dotato, di coscienza di sé e in possesso di una propria identità’’. Tratto da wikipedia.org

La coscienza del se e conoscenza dei processi identificativi del se, rende una persona capace di vestire la propria ‘’maschera’’ e altrui ‘’maschere’’. Questo determina le numerose possibili elaborazioni di cui l’essere umano è capace.

La possibilità di vestire una maschera non propria, come anche di avere coscienza della propria, non è possibile per un Animale diverso dall’uomo.

 

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