In un angolo remoto del Bosco di More esiste un Popolo
che tramanda la Leggenda della Cerbiatta, la Lupa e la
Cornacchietta.
"Esisteva un tempo una Cerbiatta color rosso dorato
che non amava stare nei pascoli assieme al suo Branco.
Non che non si trovasse bene con loro, anzi, ma il fatto
era che sentiva dentro di se una voce che la chiamava
nel Bosco. Non era attirata ad entrarvi quando tutti gli
altri lo erano, spinti dalla necessità di doversi
forse nascondere, ma vi si attardava quando era invece
tempo di star nei prati a cibarsi di erba fresca. Era
come se quei panni di Cerbiatta non le appartenessero.
A nulla servivano i moniti del Branco nel tentativo di
redimerla dal seguire quello strano impulso.
Un giorno, durante il suo girovagare fra alberi e cespugli,
scoprì che non molto lontano dalla distesa verde
smeraldo - colore del bellissimo manto erboso dei prati
situati accanto al Bosco di More - v'era un bellissimo
lago. Non si era mai accorta di quella distesa d'acqua,
eppure nel Bosco ci camminava spesso e spesso le capitava
di inoltrarsi anche un po' più della giusta distanza
di sicurezza...ma quel lago davvero non lo aveva mai visto!
Si avvicinò...si scorse per bere e mentre stava
per assaporare quell'acqua cristallina, si ritrasse di
colpo! ... Aveva visto qualcosa nello specchio che l'aveva
fatta sussultare!... L'immagine che si rifletteva non
era la sua ma quella di un Lupo!
Non provò paura. Non tentò infatti di scappare.
E anzi, incuriosita si riavvicino velocemente. Si sporse
di nuovo e... niente, purtroppo vide solo il suo bellissimo
musino con su dipinta l'espressione: prima speranzosa
e poi delusa ...
La Cerbiatta bevve un po'di quell'acqua, e mentre beveva
non faceva altro chepensare all'immagine del Lupo. Tornando
verso il prato di casa, cominciò a riflettere su
che effetto le avrebbe fatto incontrare un Lupo o se addirittura
lei stessa fosse stata un Lupo.
"Ma che pensieri vado a fare ?!" ... disse
fra sé e sé..."incontrare un Lupo...
se non ha fame potrei raccontarlo, altrimenti non avreineanche
il tempo di... Essere poi io stessa un Lupo...ma no, cosa
vado farneticando?!"
Ed ecco che un altro fatto strano accadde "un cucciolo
di Cornacchia cadendo dal nido atterrò proprio
davanti alla Cerbiatta "Poverino! E adesso?!''...
La Cerbiatta non se la sentiva di lasciarlo lì
in balia delle avversità del Bosco e così
lo spinse con delicatezza fra alcuni ramoscelli e poi
sempre con delicatezza raccolse con la bocca quel fasciame
prezioso. La Cornacchia dapprima si divincolò appena
ma poi si calmò e tranquilla si fece accompagnare
"chissà dove".
La notte scese sul Bosco di More, la Cerbiatta e la piccola
Cornacchia si addormentarono.
Il sonno della Cerbiatta era turbato, probabilmente gli
eventi della giornata ne erano complici e poi, forse,
non riusciva a star tranquilla per quell'Uccellino caduto
dal nido, non sapendo come accudirlo.
Prima di cedere al sonno, si era infatti, fatta mille
domande: aveva pensato a come rimettere la Cornacchietta
nel nido, e aveva anche pensato a cosa dargli da mangiare
nel frattempo ... "non sono come noi, come la nutrirò?
Non so cacciare né catturare nessun tipo di Animale
e non so arrampicarmi su un albero, figuriamoci volare
fin lassù dove è posizionato il nido ...
Cosa vuoi che ne sappia io di come si fa l'Uccello!"
La stanchezza prese il sopravvento, e la Cerbiatta, posando
il suo bel musino sulla Cornacchietta che le si era accomodata
fra le zampe, si addormentò. Il silenzio del Bosco
di More fece loro da culla.
Quella notte, fece un sogno molto particolare: "viveva
in un posto strano, dove gli Animali camminavano usufruendo
solo delle due zampe posteriori, parlavano un linguaggio
strano, ricoprivano la loro pelle indossando mantelli
di vari colori e forme. Facendosi coraggio, fece capolino
dal cespuglio che la teneva nascosta e, guardandosi bene
in giro, vide che si trovava in bel giardino provvisto
di alberi, viottoli di ghiaia di fiume, e di Esseri che
vi girovagano in mezzo, senza meta o scopi (almeno così
sembrava). D'un tratto, ecco che uno di loro le si avvicinò
esclamando "che bella Lupetta" ... La Cerbiatta
pensò "sei matto?" ... " sono una
Cerbiatta non un Lupo!" ... Ma lui continuò
"ma guarda che fortuna che ho avuto, non è
cosa che capita tutti i giorni di trovate un cucciolo
di Lupo... e poi, così rossa... che meraviglia!!!"
... "io credo che tu sia più matto di Nonno
Alce, che da qualche tempo non fa che blaterate sull'arrivo
delle Scimmie senza peli"
La Cerbiatta non poteva di certo sapere che in quel momento
era proprio davanti ad una di quelle Scimmie strane chiamate
uomini!!!
L'uomo la prese in braccio e la portò via con se,
proprio come aveva fatto lei con la Cornacchietta. Di
tanto in tanto l'uomo le parlava e le sue parole erano
dolci e melodiose e piano piano la Cerbiatta cominciò
a prendere fiducia in lui.
Durante il tragitto si fermarono ad uno stagno, l'uomo
voleva farla bere e per rendere possibile l'azione, la
posò in terra accanto all'acqua. La Cerbiatta si
sporse e vide l'immagine del Lupo esattamente come era
accaduto il giorno prima nella sua terra. La Cerbiatta
ne fu felice perché mai aveva avuto desiderio piú
grande che non fosse quello di essere una Lupa...
Il tempo passò; "la Lupetta" cresceva
bene con il compagno umano e tutto sembrava scorrere come
in una favola. Ma chissà perché, anche le
favole hanno sempre un lato oscuro, mai una volta che
non ci sia un qualcosa "x" che non arrivi a
rompere l'armonia. Fu così che anche La Lupetta
conobbe il lato triste della sua storia - il girovagare
da una casa all'altra in cerca di aiuto, il dover sopportare
i morsi della fame e, forse il più grave di tutti,
il ritrovarsi senza famiglia.
Magra, senza quasi più forze, fu raccolta dalla
strada appena in tempo ... Accudita come una Figlia, ritrovò
le energie perdute e giorno dopo giorno riacquistò
la voglia di vivere.
Aveva trovato la sua Famiglia che le giurò amore
eterno.''