Quando ti ho incontrato, non pensavo
che da lì a poco mi sarei innamorata perdutamente
di te.
La prima volta che ti ho visto, la sensazione che
mi hai scatenato, è stata di profonda tenerezza.
Mano a mano che i minuti passavano, il desiderio di
toccarti cresceva.
Bastava sporgermi di pochissimo, per ritrovarmi immersa
nel tuo profumo, ma il timore di interrompere un istante
di magia era più forte.
Poi… in un attimo… le mie mani fra il
tuo pelo morbido e tu che mi riempivi di baci.
È stato questo l’inizio della mia grande
storia d’amore con il Cane.
Il Cane mi ha affascinato per la sua
totale spontaneità. All’epoca non sapevo
a cosa stavo andando incontro, non sapevo come sarebbe
cambiata la mia vita e che tipo di persona Egli sarebbe
stato capace di far uscire da dentro di me. A distanza
di tanto tempo posso dire: ne sono felice.
Credo che chiunque abbia avuto questa
fortuna, all’inizio fosse totalmente ignaro di
quel che l’aspettava. Sicuramente anche per le
altre persone, come per me, amici e parenti, che avevano
già vissuto l’incontro con il Cane, avevano
narrato la loro esperienza, dato consigli, messo in
guardia verso i ‘pericoli’ e omaggiato delle
incredibili imprese del proprio amico Cane, ma tutto
era molto lontano dal poter immaginare la ‘poesia’
della vita in diretta.
Oltre alla gioia del vivere insieme,
esiste il piacere di essere un punto di riferimento
importante per qualcuno. Qualcuno di molto speciale
a cui non importa null’altro che di appartenere
al tuo branco.
Qualcuno che non tradisce, che ascolta, che sa starti
vicino senza essere invadente, che ti sa aspettare e
soprattutto che ti sa insegnare a vivere.
Il Cane non ha bisogno di camuffare
quel che è, e non ha paura di confrontarsi con
il mondo. Il Cane non si vergogna di se stesso; il suo
portamento fiero, lascia intendere la sua dignità.
Imparando ad osservare il Cane, è facile capire
come affrontare le difficoltà di tutti i giorni;
la disinvoltura e la semplicità del suo comportamento,
fanno apparire tutto più facile.
“Eppure ho incontrato Cani che
di dignità non ne avevano più.”
Evidentemente hai incontrato Cani che, nel corso della
loro vita, avevano conosciuto l’uomo cattivo.
“Guarda che stai sbagliando,
la storia non parla dell’uomo cattivo, ma del
lupo cattivo.”
No, non esiste il lupo cattivo. Esiste il lupo che ha
catturato una pecora, di proprietà di un uomo,
per sfamarsi o per sfamare i suoi cuccioli. Da qui l’accanimento
verso il lupo di allora e il cane randagio di adesso
che per difendere un po’ di cibo rubato è
capace di vendersi a caro prezzo.
Se guardiamo un documentario narrante la vita dei Lupi
che hanno conosciuto l’uomo in tutto la sua cattiveria,
notiamo una spiccata diffidenza da parte di questi animali
nei confronti della nostra specie. Se ne guardiamo un
altro, che invece riprende Lupi che non hanno avuto
questa sfortuna, perché vissuti in luoghi di
non facile accesso al predatore per eccellenza (sempre
l’uomo), questa diffidenza non è marcata,
e quel che appare è solo una certa titubanza
nell’avvicinarsi a qualcuno di cui non si conosceva,
fino ad un attimo prima, l’esistenza.
Quando sul nostro cammino incontriamo
un Cane restio al contatto, può dipendere da
un’associazione negativa che egli ha maturato
nel corso di una precedente esperienza vissuta attraverso
l’uomo.
Quando l’uomo non accetta la semplicità
di pensiero del Cane, cerca di trasformarlo. La trasparenza
della semplicità mette a nudo le debolezze e
troppo spesso nella società, le debolezze sono
una penalizzazione.
Anche nel mondo naturale non è permessa la debolezza,
e se non ti sostiene un carattere forte sei destinato
a soccombere. Però, mentre nella vita naturale,
la lotta è per la sopravvivenza, nella società
umana la lotta è per il potere. Potere su tutto:
gusto di sovrastare il prossimo, di avere più
denaro, di apparire più intelligente e scaltro
degli altri...
La maniera di esprimersi del Cane è libera dal
bisogno di confondere, la maniera di esprimersi dell’uomo
è artefatta, adatta ad affascinare le menti degli
insicuri. Ma chi ci dice, che dietro a quelle parole
pronunciate in politichese, e sotto a quegli abiti lussuosi
non si nascondano degli animi altrettanto insicuri,
costretti a camuffarsi per nascondere la propria identità?…
un’identità che svelerebbe la paura del
potere stesso, la paura dell’impotenza verso l’Onnipotenza.
Più conosco il Cane, più
lo amo… più conosco il Cane, più
riesco a leggere l’uomo fra le righe.