Molto probabilmente saranno tutte fantasie, e perciò,
quello che sto per raccontare, non è altro che
il frutto di una fervida immaginazione.
Come si conviene in questi casi, è d’obbligo
preannunciare ‘’ogni riferimento a cose, fatti
e persone, è puramente casuale’’.
Detto questo, ecco qui una piccola raccolta di pensieri
che narrano la storia di un Popolo che un giorno abitava
il Pianeta Terra.
Ogni CantaFiabe che rispetta le tradizioni letterarie,
suole iniziare il suo racconto con ‘’C’era
una volta …’’, e così, per rimanere
nella tradizione, vorrei pronunciare anche io quelle parole.
‘’C’era una volta una Terra abitata
da Popoli di varie etnie. In verità, provenivano
tutti dalla stessa Famiglia, ma nel momento in cui, alcuni
uomini si staccarono da Lei per formare una propria Dinastia,
vennero a crearsi delle diversità. … I luoghi
diedero vita a nuove realtà, e le nuove realtà
a nuovi pensieri, nuove usanze, nuove credenze. Questo
vuol dire che gli uomini cambiarono, e cambiarono le loro
disposizioni mentali.
Pensando alla cosa come ad un fatto temporaneo, logico
per l’assestamento delle novità, si può
vedere il lato bello del cambiamento che ha messo in luce
una particolare inventiva del Singolo o della specifica
Comunità. E come si usa dire ‘’la ventata
fresca, cambia aria nella stanza e rinnova il respiro’’.
Però, è sempre vera questa frase?
In molti casi si, e in tanti altri no.
I Popoli nel cambiamento, mutarono le loro priorità
e tali priorità andarono a coinvolgere altri Popoli,
soffocandone le espressioni.
Perché?
Perché non è detto che il bene di un Popolo
sia il bene anche di un altro Popolo, soprattutto se questo
bene non si confà con le caratteristiche dell’Altro.
Fu così che quei Popoli che non vollero piegarsi
al cambiamento ‘’consigliato’’
subirono l’angheria dell’imposizione.
Piano piano alcune cose si sistemarono, e l’adattamento
che permette la sopravvivenza, diede un po’ di vigore
agli assoggettati. La speranza fece capolino.
Purtroppo però, al ‘’cambiamento’’
non c’è mai fine, e dopo una serie di nuovi
assestamenti, ci fu l’ennesima imposizione per permettere
al Popolo sovrano di eliminare le macchie che offuscavano
la brillantezza delle menti eccelse.
Si può ‘’imporre’’ con
un atto manifestamente crudele, oppure con un atto manifestamente
generoso, dipende dalle sfaccettature che mostrano la
luce della fonte riflessa da una deviazione che vira l’immagine
da una parte o da un’altra.
La luce già di suo, a seconda da che angolatura
si guarda, può accecare o illuminare, può
coprire, velare, svelare. Il più delle volte abbaglia,
e tanto intenso è il bagliore che fa apparire ogni
momento della giornata come se fosse l’Alba di un
nuovo giorno.
In verità, il più delle volte non è
che una luce abbagliante, e tanto più si è
sedotti dal chiarore, tanto più si rimane acciecati,
storditi confusi, ingannati.
Splendore e illusione spesso vanno di pari passo in danno
della lucidità interiore.
È come una droga che si impadronisce di sensazioni
prima, di emozioni durante, di turbamenti e vuoti dopo.
Privati della capacità di pensare, i Popoli assoggettati
vagarono nel deserto. Ed è proprio lì che
il Popolo sovrano voleva che Essi finissero. Affamati,
assetati, senza più forze per sopravvivere. Destinati
a morire in un luogo dove solo la sabbia si sarebbe presa
cura di Loro, coprendoli in quell’unico abbraccio
che in un modo molto particolare, li avrebbe fatti sentire
ancora assistiti.
La Madre Terra non abbandona i Figli che tornano a Lei.
…’’
In ogni Favola è facile trovare una parodia.
In questa vedo situazioni analoghe che nell’arco
del tempo si sono ripetute.
Nate da una banalità, come anche da un evento che
farà parlare di se per molti secoli.
Vedo la categoria a cui appartengo annientata dal potere
del progresso che vuole cervelli attivi canalizzati verso
un’unica direttiva, e menti fragili soggiogate per
denaro e per diletto. Vedo filantropi e opere qualunquiste
che vertono tutte dalla stessa parte, in barba di tutti
coloro che vorrebbero ancora vivere l’altruismo
sociale della collettività.
Mettiamocelo in testa cari colleghi: siamo destinati
a scomparire perchè non siamo avvezzi a capitolare,
a chinarci ad un mondo fatto di pozioni sintetiche che
controllano la mente e annientano chi si ribella dicendo
‘’non ci sto’’.
Nel nostro settore hanno cominciato anni fa con l’inventare
forme di dominanza, poi hanno continuato inserendo terminologia
psicoanalitica per arrivare a concepire, in chi non è
in grado di generarle, patologie o disturbi idiopatici,
per definire un comportamento non conforme alle regole
che privano l’espressione, come fuori dalla norma,
fuori dall’ordine che deve disciplinare la mente
degli assoggettati.
Fra Illuminati e Ottenebrati, difficilmente ci sarà
mai un colloquio.
Noi siamo gli Infedeli, gli Stolti, i Sacrileghi che godono
nell’agire con cattiveria. E questo solo perché
vediamo le cose come stanno, e la luce ci arriva agli
occhi non distorta da fantasmagorici ‘’prismi’’.
Siamo entrati nell’Era dell’uomo che al posto
di un’Anima ha il farmaco della Vita che dispensa
‘’doni’’ a chiunque lo osanni
come ‘’dio’’, e infiltra nullità
a chiunque osi dire no, sia questo un altro Uomo o un
Animale diverso dall’uomo.
Piegare corpo e mente è la parola d’ordine!
Come da un collare, silenziosamente si arriva alla dipendenza
del farmaco e del suo preparatore.
Nel servilismo e abbrutimento della mente, noi non rivedremo
l’Alba, ma neanche chi rimane, perché non
avrà più occhi per guardare! …
Le Favole una volta si concludevano con ‘’…e
vissero tutti felici e contenti’’. Romperò
la tradizione perché questa Favola non ha strade
che possano portare al lieto fine. I Cavalieri e i loro
Destrieri sono rimasti nel passato insieme ai sogni.