L'educazione

13 aprile 2015 *** 18 aprile 2015

13 aprile 2015 - Parlavo con una cara Amica al telefono, fra le varie chiacchiere il discorso è caduto sull’educazione dei Figli e dei Cani. Da anni ormai l’una e l’altra formazione vanno a braccetto, con la differenza però, che con un Figlio, per indottrinarlo puoi parlarci, e se non accetta o non capisce determinate cose del saper/poter vivere in una società (famiglia, collettività), attraverso il dialogo verbale si arriva a capo di qualcosa;con un Cane?…di certo non possiamo usare lo stesso tipo di linguaggiopoiché per evoluzione e specie animale non parliamo la stessa lingua e non abbiamo le stesse esigenze (se non altro, da un certo periodo in poi della crescita).

Io non ho Figli, la mia Amica sì; mi raccontava dei grandi problemi che si hanno quando tenti di insegnare ai Fanciulli le sane regole dell’educazione, come anche il rispetto per se stessi, per gli altri e per le cose in generale, e di quanto poi il mondo fuori di casa, presenti invece la situazione in maniera totalmente diversa e avversa alla buona creanza, un bel guazzabuglio di anarchico caos;questa discordanza rende molto difficile la comprensione con i Figli,praticamente è quasi impossibile il concepimento che quel che viene detto fuori è sbagliato e quello che viene insegnato in casa, no.Questo trova la sua giustificazione anche nel fatto che fuori è cosa sulla bocca di tutti, dentro lo dicono solo i Genitori, la comunità contro 2 persone, e si sa, la cosa giusta è sempre quella che rispecchia la massa, ossia se la massa si comporta e dice, condivide un comune ideale, quello è giusto, non la particolarità professata a casa, la particolarità è valida solo come l’eccezione che conferma la regola!

A facilitare la scelta da parte dei Fanciulli, ci si mette il non dover sottostare a regole e impegni sociali, considerando molto più facile una strada sempre in discesa, liscia e all’apparenza senza ostacoli da superare.

Per il Fanciullo che cresce con l’idea della follia dilagante nella sua casa, eun ideale di vita che non ha vincoli e punti di riferimento che non siano il ‘’fare come ti pare quando ti pare nonostante, nell’agire, qualcuno o qualcosa possa essere danneggiato’’ – dato che nell’educazione fuori casa è prevista solo la libertà di espressione intesa proprio così come la si legge, la libertà di fare tutto ciò che è ritenuto positivo (sempre senza tener conto del resto e del prossimo per danni ed eventuali a chi è oltre la sfera del personale) – ecco che trova(il Fanciullo) nella sua formazione, dei buchi neri, vuoti e mancanze che un domani non potranno aiutarlo a superare le avversità della vita (che vuoi o non vuoi non è tutta rose e fiori).
I piccoli dinieghi dati nella fanciullezza, fanno sì che le conquiste, piccole o grandi che siano, acquisiscano un valore e portino ad apprezzare una scelta fatta, scelta effettuata con la saggezza dell’esperienza.
E l’esperienza non si acquisisce solamente con i si, il bianco senza il nero non ha confronto e il grigio non ha corpo.

Le domande che ci poniamo la mia Amica ed io, sono: come riescono gli altri Genitori ad accettare questa condizione? Come si è arrivati a questa situazione?

Quello che la mia Amica ed io non ci spieghiamo, è come si possa dire di amare i propri Figli e come si possa asserire che le istituzioni pedagogiche siano nel giusto, quando non si insegna ai Fanciulli l’educazione completa (il si e il no) o non si accetta di insegnarla;e quando si accetta per verità la non completezza che dà la conoscenza di una sola parte (compiacenza) di quello che è la realtà.
L’unica spiegazione che ci diamo, è che ‘’è molto più facile e appagante (e ammaliante) dire si piuttosto che no, perché il no prevede un divieto e un probabile incupimento di chi ascolta(forma di capriccio dettata da un non sapere accettare una sconfitta di qualsiasi genere)… a pensarci bene mi viene in mente un discorso politico!!!...ma lasciamo perdere e andiamo oltre …!

Dai nostri pensieri ne è platealmente uscito fuori, uno che coincide nel vedere il Genitore che non nega, un Genitore amato, a parer nostro, menefreghista che non ha assolutamente a cuore l’avvenire del Figlio ma solo il proprio egoistico appagamento e illusoria adorazione verso di lui da parte del Figlio! … toh, ancora una volta mi viene in mente un discorso politico!!!

Da cosa nasce la paura del no, il completo rifiuto del no, l’astio e il risentimento verso questa parola che esprime invece, assieme al suo alter-ego – il si – un concetto molto saggio?
Probabilmente dal passato burrascoso dell’uomo, che infatti vede il diniego come una forzatura, un castigo, un limite al divertimento. E la domanda che mi pongo è sempre quella: che valore dà una persona che vive così, al ‘’bello’’ al ‘’buono’’ all’ ‘’aspirazione’’? … se una persona può avere tutto quello che desidera nel momento esatto in cui lo desidera, quando avrà esaurito i suoi desideri, come riempirà le sua vita?...la risposta per meè molto semplice: troverà rifugio e sfogo in ciò che non è lecito o in sostanze che portano ad estraniarsi dalla realtà che non appaga più!
E infatti questo nuovo concepimento di vita ideale, ha avuto la sua nascita con l’avvento dei Figli dei Fiori e dell’Amore Libero nel 1968, una vita in netta contrapposizione con gli anni precedenti. Non che l’ideologia del ’68 fosse completamente errata, però di certo essendo all’opposizione della precedente, come tutte le fazioni estremizzate, non è in equilibrio. Morale? Chi ne pagò le conseguenze furono le Vite successive, che non potevano crescere con i ‘’no’’ poiché limitativi di libertà. Questo ha portato all’assenza di valori e al caos.

Ultimamente forse nel mondo umano un rientro a tendenze più adeguate c’è stato, ma non è mai stato abbandonato tutto quel materiale didattico riflettente l’ideologia di un mondo senza regole, fatto solo di cose belle; per cui, chi non riesce ad affrontare la realtà con i suoi no e i suoi si, cerca ancora di raggiungere l’agognata utopia attraverso l’esistenza di qualcun altro.


Nel Regno Animale, questo per fortuna non accade! E infatti nel Selvatico, non esistono esseri squilibrati, depressi, paranoici … esiste solo l’equilibrio!
Nel mondo pet invece, mondo che vive a stretto contatto con noi esseri umani, lo squilibrio esiste eccome!!!

La formazione educativa, impartita da molti esseri umani ai loro Compagni 4zampe, rispecchia in toto quella pedagogica che si impartisce ai Fanciulli o che si impartiva nel periodo di cui parlavamo poco fa. La mia riflessione in merito è questa: a parte il fatto che due specie di diversa natura non possono essere educate in egual maniera, gli Animali, che non parlano la lingua degli uomini e non hanno i loro costumi e usanze, come possono capire un impegno scolastico completamente diverso dal proprio? …pensando al loro comportamento di risposta, ho visto spesso il loro cercare di arrabattarsi alla meno peggio per uscire da situazioni del tutto in disequilibrio con la loro personalità e il loro pensiero; nella soluzione del problema ‘’x’’, essi fanno molto affidamento su ricordi atavici che vogliono un punto di riferimento nella Famiglia, e questo purtroppo è visto dagli umani come un atto di ‘’follia degenerativa’’.

Dopo molti anni di studio pratico e teorico, vedo lo squilibrio dei comportamenti dei Cani solo se essi devono essere mostrati in maniera esagerata. Ma l’esagerazione non è però, come molti asseriscono, dettata da follia mentale, ma esclusivamente da un bisogno di evidenziare l’illogicità della domanda posta dagli esseri umani.
Mai maimai ho visto un Branchetto di Cani e tanto meno un Branco di Lupi non agire secondo logica. Gli atti infantili, quelli dominanti, quelli sottomessivi, quelli intimi e quelli ostili, hanno tutti un significato e possono essere mostrati sia in maniera garbata che dura, la variazione è data solo dalla soggettività e dalla situazione.
Educare il proprio Cane come vennero educati i Fanciulli degli anni d’oro dell’anarchia, può portare in loro un disequilibrio che mai porterà invece un’educazione fatta di si e di no.

Come capire cosa fare quando farlo e come farlo?
Basta saper guardare!

Interessante il documentario BBC WolfBattlefeil
https://www.youtube.com/watch?v=Cu11zh6bscg


18 aprile 2015 - Nel documentario linkato e in molti altri documentari, si può ammirare un percorso di crescita generale; ho notato, nella ricerca di documentari, la preferenza di ripresa, non so per quale motivo, spesso fissata, più che altro su atti di dominanza, azioni di caccia, spartizioni del cibo, mentre ne vengono trascurati altrialtrettanto importanti e interessanti; molto belle sono le scene delle zone rendez-vous (raramente tralasciate ma non videate nella loro completezza), e molto bellesono le scene in cui vengono alla luce atteggiamenti di cura assistenziale ed educativa(pur essendo anche queste ultimeperò, prese un po’ sottogamba e male interpretate,così come sono male interpretati spesso, gli atti denominati di dominanza).
Soffermandoci sulle fasi educative, sempre facendo dei paragoni fra la nostra specie e quella del Lupo e del Cane, tantissimi sono i pensieri che si affollano nella mia testa e fanno a spintoni per trovare un ordine evolutivo o,se preferite,di graduatoria.
La nostra razza e la loro, possiede alcune similitudini, prima fra tutte, l’essere mammiferi ci accomuna e riconoscel’importanza della Mamma che è ‘’vitale importanza’’ soprattutto nei primi giorni, mesi di vita; molti paragoni si fanno fra i nostri Bimbi e i loro Cuccioli, a volte a ragione a volte no … la differenza maggiore che esiste fra noi e loro, e a cui di rado si pensa,è la diversa capacità intellettiva che abbiamo, intendendo con questo una diversa "intelligenza"!

Parlando con Paolo, mentre passeggiavamo nel boschetto sotto casa con alcuni dei nostri Cani, riflettevo con lui sulla concezione di ragionamento e di possibilità di apprendimento che ha l’uomo e che ha il Cane.
Come sempre quando affrontiamo un discorso, partiamo dall’inizio, ossia dai primi momenti di vita e via via nella successione del tempo (giorni, mesi, anni).

Fra le diverse iflessioni:
- Il Figlio di una nostra Amica, due anni di età,è in grado di tenere fra le sue manine la leggera scopa elettrica con la quale la Mamma pulisce casa, e di passarla sui pavimenti – non pensate male sulla faccendami raccomando, la nostra Amica non sfrutta il Bimbo, lei lo accontenta quando lui le chiede di aiutarla, la Creaturina passa solo per alcuni secondi quell’utensile di estrema utilità nelle nostre case, ed iotrovo un tale atto, come tanti altri, un modello di interazione fra Madre e Figlio, una partecipazione alla vita del focolare domestico –quando vidi un brevissimo video di quanto descritto, rimasi piacevolmente impressionata, e la mia testa cominciò a spaziare.
Il Piccolo è sicuramente precoce e la sua Mamma lo segue con molta attenzione nella crescita, però quel che mi ha dato da pensare è la capacità del Piccolo, di elaborare ciò che vede e finanche capire cosa accade. Stiamo parlando di azioni del quotidiano, è vero, ma non stiamo parlando di atti necessari per la sopravvivenza (riflettendo su cosa è l’imitazione e come e perché si attiva nell’uomo e nel Cane); non parliamo quindi di istinto all’imitazione bensì di elaborazione di gesti che vengono fatti propri in seguito a semplice osservazione. La nostra Amica non ha insegnato a suo Figlio a passare l’aspirapolvere, semplicemente il Bimbo, che nella sua Mamma ha il suo punto di riferimento, per mezzo della capacità osservazione e apprendimento, ha imparato un’attività e il suo susseguirsi di fasi; essendo un Bimbo, la Mamma ha potuto anche spiegargli in seguito, l’utilità della cosa, e lui ha capita!

Nel Cane, questo sistema elaborativo (non riferendoci davvero al ‘’passare l’aspirapolvere’’!), se avviene per istinto all’imitazione, è solo per quel che concerne un atto che appartiene al soggetto a livello genetico ereditario e mai per riflesso di immagine (scimmiottando e all’occorrenza capirne in seguito il significato). Non sarà maiquindi,il Cane, in grado di ripetere un’azione che non abbia un fondamento naturale, esclusivamente per il semplice fatto che l’ha vista compiere da chicchessia, che sia questo un personaggio modello da prendere in considerazione oppure un semplice ospite!

Unita a questa riflessione, ho pensato all’età del Piccolo e all’equivalente età di un Cucciolo di Cane o di Lupo (anche se in molti diranno che il Lupo è meno evoluto del Cane in fatti del quotidiano umano poiché non vive con l’uomo – e su questo possiamo essere pienamente d’accordo se parliamo di confidenza con usi e costumi, ma assolutamente no, se parliamo di evoluzione di crescita); fra un Bimbo di due anni e un Cane di due anni c’è un abisso di conoscenza e capacità elaborative, ma ce ne è anche fra un Bimbo di due anni e il Cucciolo di Cane di un’età corrispondente per crescita, ossia pochi mesi (il Cucciolo che ancora ha bisogno delle attenzioni continue della Mamma).
A questo punto è uscita fuori una domanda: anche se le diversità di specie già danno una loro giustificazione al ragionamento, perché e quando, il Bimbo e il Cucciolo, si allontanano in maniera evidente l’uno dall’altro? … Larisposta dobbiamo forse cercarla nelle capacità elaborative del cervello, ossia nell’intelligenza che non è più solo istintiva.
Ciò non vuol dire che un Cane non possa imparare degli atti che non sono naturali, vuol dire solamente che quel che non appartiene all’istinto e all’apprendimento ereditato dalla famiglia, può essere appreso solo attraverso il condizionamento. Da questo ragionamento possiamo dire che il Cane imparerà esercizi ‘’x’’ che non fanno parte della sopravvivenza, associando un effetto positivo in un caso, negativo in un altro, all’esercizio; il fine non sarà la motivazione (che non ha esistenza) ma lo stimolo.

Ulteriore riflessione:
- Cosa impara per prima cosa un Cane e cosa un Bimbo; come la imparano; fino a che punto riescono ad imparare; perché l’uno e l’altro si diversificano nella capacità di imparare; come si evolve l’educazione e come si evolvono i concetti.
Forse sarebbe più facile per un dottore (neuroscienze)dare una spiegazione,però se noi rimaniamo con il discorso in periferia, cioè analizzando esclusivamente quello che appare e la semplice addizione ‘’da cosa scaturisce’’, è probabile che si riesca ad arrivare ad un delucidante chiarimento.

Sempre ragionando con Paolo, portavamo in esempio il discorso fatto tempo fa con la nostra Amica Silvia (biologa), su un momento dove avviene un distacco netto che è plausibilmente visibile a chiunque: il momento della formulazione da parte di un Bimbo, di una frase di senso compiuto. Questo tipo di espressione, prevede l’assorbimento di un concetto spazio/tempo proprio di un essere vivente in grado di capirne il significato. Partendo da qui, siamo arrivati a porci altre domande sulla crescita esperienziale e comunicativa del Cane sempre in contrapposizione con quella piccolo umano.
La riflessione per semplificare il concetto, è venuta fuori da rimembranze del passato, io formulavo gli esempi e chiedevo conferma a Paolo sul ragionamento: come insegnante della scuola elementare, ho riflettuto su quello che da piccola ho imparato nei primi anni scolastici (i più belli che ricordo), e su quello che ci hanno fatto insegnare durante gli anni di Istituto Magistrale, ai Bimbetti nelle ore di tirocinio e, una volta diplomate, nelle supplenze (più o meno lunghe); la primissima cosa che mi è venuta in mente è l’associazione di positivo e di negativo, annuale dilemma dell’educazione, e l’ho collegato con avere e non avere, addizione e sottrazione!
La matematica delle scuole elementari, al tempo della mia scuola, ma credo che ancora sia così, si insegnava/insegna con la numerazione naturale – prima dello ‘0‘ non c’è niente, mentre dopo c’è il tutto – la numerazione parte da: 0, 1, 2, 3, ecc. /.
L’operazione dell’addizione avviene fra i numeri naturali così come pure la sottrazione, moltiplicazione e divisione; in prima e in seconda elementare, di norma non si va oltre l’addizione e la sottrazione e proprio qui, a questo punto dell’età e dell’impegno scolastico dei Bimbetti, mi sono fermata con la riflessione.
Cos’è l’addizione e cos’è la sottrazione?
Facendo un discorso teorico e di facile comprensione possiamo dire: avere, non avere, avere molto, non avere più molto, positivo e negativo!
Un Bimbo già all’età di due anni, sa cosa sia avere un biscotto o avere più biscotti, così come, avere un biscotto e non averlo più, positivo e negativo, ma solo quando frequenterà le scuole elementari riuscirà a far suo il concetto astratto, perché le quantità saranno raffigurate da numeri naturali (rappresentanti le quantità – base di insiemistica) e non da cose materiali; conoscerà quindi oltre al positivo e al negativo nella loro concezione più semplice, il loro significato teorico.

Positivo e negativo possono essere abbinati anche a cose buone e cose cattive, atti di dolcezza e atti di ostilità, godimento e disagio!

Un Cane può capire avere e non avere? Tanto e poco? Buono e cattivo?
Si e no!

Un Cane se ha davanti a se una ciotolacontente tanta pappa e una ciotola contenente poca pappa non farà alcuna discriminazione fra le due; se ha fame, mangerà entrambe senza scegliere quale prima e quale dopo e se verrà messo di fronte alla scelta, essa sarà puramente casuale. Se verrà privato delle ciotole, non ci rimarrà male perché è in grado di capire di aver perso ‘’una fortuna’’, ci rimarrà con un palmo di naso perché non capirà il perché un momento prima ce l’aveva e un momento dopo no. Non capirà la perdita, ma solo che il suo stomaco gli dice di andare a cercare da qualche parte quella ciotola o di trovare qualcos’altro che possa fermare il morso della fame (nel continuare il discorso ho usato ‘’la ciotola’’ – singolare – perché il plurale non fa parte del suo sapere – due palline sono due ‘’uno’’ che guarda caso sono lì davanti a lui, ma una o due per lui non fanno differenza, la differenza la fa l’eventualità che anche quell’unica che ha, possa non esserci e il non esserci non sarà inteso come ‘’non c’è più’’ ma come un ‘’dov’è?’’).

Positivo e negativo sono anche buono e cattivo, ma in questo contesto non dobbiamo affrontare il concetto di bontà e cattiveria, mancante totalmente negli Animali diversi dal sapiens (dal libro ‘’Similitudini fra Cani e Lupi pag. 221 –…negli Animali non esiste il concetto di buono o cattivo, così come non esiste il concetto di giusto e sbagliato. Essi agiscono secondo un criterio diverso dal nostro, un criterio educativo, di apprendimento, di dialogo, che si basa esclusivamente su positivo e negativo, piacevole e sgradevole: la tale azione porta ad espressioni felici, emozioni positive? … bene! … la tale azione permette un’esperienza piacevole; un’altra azione porta ad espressioni tristi, emozioni negative? … male! … questa altra azione consegue un’esperienza sgradevole. Perciò, non sarà mai possibile che un Animale possa compiere un’azione mossa da cattiveria o da bontà, perché questi due concetti comprendono la conoscenza del significato ‘’voler bene e voler male’’, concetti che nella socialità degli Animali non esistono come li intendiamo noi, ma solo ed esclusivamente come rappresentazioni prive di artificiale coscienza, ossia rappresentazioni semplicemente piacevoli o sgradevoli… ); dobbiamo solo pensare a cose buone ‘’gustose’’ e cose cattive ‘’non gustose’’ e a situazioni piacevoli e a situazioni disagevoli.

Nelle fasi di apprendimento di esercizi che non sono parte della naturalità dell’individuo, positivo e negativo / buono e cattivo, sono alla base dell’insegnamento (puramente meccanico, ma pur l’unico possibile poiché gli esercizi da apprendere non hanno nulla di naturale).
Che si usi il condizionamento operante o che si usi il condizionamento classico, non fa molta differenza, a parte la diversità di interazione, meramente distaccata e priva di emotività la prima e più viva la seconda. Il Cane apprende l’esercizio e lo fa suo, anche se non apprende il concetto/motivazione, ma l’effetto/fine ultimo – premio.

In verità esiste un altro metodo in addestramento, poco diffuso nella sua conoscenza, conosciuto a chi cominciò molto tempo fa, e poi caduto in disgrazia per dare posto alle innovazioni; esso opera attraverso l’uso degli influssi, ed è molto vicino al linguaggio degli Animali, soprattutto se si sa da cosa parte. Nell’insegnamento di ciò che non appartiene ad azioni del naturale atavico però, rimane pur sempre un metodo.

Paragonando il discorso ad un Bimbo, è come se vostro Figlio non facesse qualcosa di giusto perché capisce il giusto, ma per il premio che riceve compiendo quell’azione!
Molto Sterile come discorso… e molto poco appagante per un Genitore … però forse l’unico sistema per ottenere quel particolare qualcosa dal Cane.

Risulta da tutto questo discorso l’evidente differenza che esiste fra l’uomo e gli altri Animali, fra il Bimbo e il Cane. Cercare di ottenere qualcosa dal Cane, pensando in maniera umana, e come se egli fosse un piccolo uomo, è sbagliato. L’ordinarietà del Cane, la sua naturalità e spontaneità, la sua logica, si diversifica da quella dell’uomo. La sua morfologia e il suo cervello, seppur in alcune parti similare è diversa, ed è quindi impossibile comunicare con lui in maniera differente dalla sua, e da lui pretendere cose non gli appartengono e cose che non è in grado di concepire. Chiunque cerchi di dimostrare il contrario di quanto esposto sulla comprensione di una particolarità non naturale, dice una cosa non reale. La tal cosa che può essere naturale per un uomo (il Bimbo che guardando la Mamma e assimila un comportamento del quotidiano umano), non lo è per un altro Animale; chi sostiene il contrario è un mentitore. Per cui, quando vi parleranno di un metodo educativo, sappiate cosa guardare e a cosa esso può condurvi, e quando vi diranno, rivolgendovi al vostro Animaletto di essere spontanei e naturali … guardate questo spezzone di film e traete le vostre considerazioni!

http://youtu.be/V_I63q09VGQ

 

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