Sembra che la pazzia stia dilagando
nel popolo dei cani.
Pazzia derivante da un agente invisibile: l’ignoranza.
L’insicurezza nell’essere
umano, porta ad atti scellerati. Quando egli non
è più in grado di gestire una situazione
di cui, lui stesso è l’artefice,
invece di cercare la soluzione ottimale per recuperare
al danno fatto, vi mette un punto di ‘fine
della storia’.
Pur di non colpevolizzarsi, cerca un qualsiasi
appiglio per alleggerire la propria coscienza,
anche se ciò dovesse portare all’eliminazione
definitiva.
“È capitato pochi
giorni fa, ma non è la prima volta che
accade e, purtroppo, non sarà l’ultima:
un povero cane, colpevole di essersi comportato
come gli era stato insegnato, è stato abbattuto.”
Da piccolo aveva mille attenzioni,
mille premure… la sua famiglia, quando usciva
di casa per mostrarlo al resto del mondo, si pavoneggiava
fiera attorno a lui: ”avete mai visto niente
di più bello?... è ancora un cucciolo,
ma sapeste già come fa la guardia, e come,
non fa avvicinare nessuno a noi… se poi
pensa che una situazione può essere pericolosa,
come un posto dove non è mai stato o una
persona che non conosce, si mette davanti a noi
e non ci fa proseguire… da grande sarà
il cane più grosso, più bello e
più cattivo di tutto il quartiere... ci
hanno detto di portarlo in una scuola per educarlo
ma io, che sono il capo-famiglia, penso sia tutto
tempo perso, forse può essere d’aiuto
per non farlo tirare al guinzaglio o per farlo
tornare subito al primo comando, che vuoi che
c’insegnino d’altro, lo sappiamo gestire
benissimo, se fa qualcosa di sbagliato, come farci
le feste quando indossiamo i vestiti buoni, basta
prendere la scopa, e subito si ferma, oppure,
quando dobbiamo uscire con la macchina, basta
legarlo a catena…”
e tante altre idiozie ancora.
Il cucciolo crebbe; realmente si fece un cane
molto grande e molto bello e, realmente, crebbe
la sua dominanza. Dominanza voluta dalla sua famiglia
– ignorante – che confuse i messaggi
di aiuto, con messaggi di protezione. Compiuto
l’anno e mezzo di vita, stanco delle insicurezze
giornaliere, stanco delle minacce con la scopa,
il cagnone ringhiò…
tutto qui.
“Il cane che si rivolta
al padrone è squilibrato… ho consultato
il veterinario, mi ha detto che non c’è
più niente da fare, va abbattuto.”
Dall’oggi al domani, in
quella famiglia omicida, è rimasto solo
un collare vuoto e una catena.
Questo è un fatto realmente accaduto non
più di un mese fa. A nulla sono valsi i
consigli delle persone che realmente volevano
bene al cane. Non sappiamo come l’omicidio
sia avvenuto, ne chi abbia materialmente agito…
ma speriamo fortemente che siano rimasti impressi,
nelle menti e nei cuori – se mai ne hanno
avuti – dei suoi carnefici, gli occhi della
vittima innocente, quegli occhi imploranti che,
tutti i cani, hanno nel momento della ‘fine
della storia’.
Chi non ha fermezza e stabilità
caratteriale, dovrebbe astenersi dal rendersi
responsabile di una vita che non sia la propria.