Prendo spunto da una battuta
poco felice fatta da una persona che si professa
animalista ma che in realtà di animali
ne sa veramente poco: “è giusto il
divieto di insegnare al cane a mordere”.
Sono pienamente d’accordo se prendiamo come
riferimento il morso insegnato in costrizione
e finalizzato ad uccidere in un combattimento,
sia questo per scopo lucroso nelle famigerate
lotte clandestine oppure dettato dall’idiozia
di un proprietario dalla mente malata che sprona
il proprio animale ad attaccare un essere vivente
uomo o cane che sia.
Ma mi trovo assolutamente in opposizione se parliamo
di competizioni sportive, dove si lavora con il
compagno di squadra per esaltare le sue doti caratteriali
fra le quali il morso, che dovrà essere
saldo e sicuro come si conviene ad un animale
consapevole del proprio equilibrio e che a prescindere
non morderà mai al di fuori della suddetta
competizione.
Non sopporto il rifugiarsi dietro a frasi di retorica
o di convenienza dettate dal perbenismo, dall’ipocrisia
e dalla non conoscenza, se sosteniamo di amare
il cane vuol dire che accettiamo tutte le facce,
tutte le caratteristiche istintive e naturali
che lo contraddistinguono dagli altri esseri viventi,
uomo incluso.
Il cane possiede nel suo bagaglio culturale la
possibilità di difendersi, ed essendo un
animale semplice la riconosce nella fuga quando
può, e nell’aggressione quando non
ha via di scampo. Quindi solo se costretto attacca,
e comunque mai per uccidere. Ogni squilibrio comportamentale
è dettato da un’insana educazione,
e chi se non l’uomo che lo alleva e lo cresce
è l’artefice di ciò?…
Nutrire un cane di azioni scorrette da la possibilità
a questi sciocchi di esternare tutta la propria
aggressività che solo alla sconfitta e,
perché no, alla soppressione dell’avversario
verrà placata.
Se ad ognuno cui venisse in mente di accompagnarsi
ad un cane, fosse fatto sostenere d’obbligo
un test psicologico che possa attestarne l’idoneità
mentale, forse tanti incidenti non si verificherebbero.
Forse se la cultura cinofila fosse divulgata con
più intelligenza e maturità, senza
tanti ricamini e condimenti artisticamente presentati
dai corsisti di “scoperte dell’acqua
calda”, forse se si pensasse ai cani come
esseri semplici che non hanno bisogno di psicologi,
mentre chi dovrebbe farne uso sono le persone
che maldestramente li accompagnano, non ci sarebbero
tanti canili pieni di poveri innocenti, colpevoli
solo di essersi difesi o di non averlo fatto.
La propaganda usa e getta non dovrebbe colpire
gli esseri viventi.
Il problema unico e fin troppo serio è
la cattiveria dell’uomo, la sua voglia di
primeggiare, il suo arrivismo, il suo desiderio
implacabile di dominare, di arricchirsi, e non
ultima la sua infermità mentale.
Se dobbiamo abolire l’addestramento cinofilo
sportivo, aboliamo le armi giocattolo che tanto
piacciono ai nostri bambini che per similitudine
con i programmi televisivi si industriano a vincere
sugli amici di gioco imbastendo guerre sanguinose
con fucili supersonici. Aboliamo i video game
che istigano alla violenza, ho visto personalmente
due bambini gioire per la carneficina causata
da incidenti stradali, ma la cosa ancor più
grave è stata che a manovrare il mouse
del computer era la mano del fanciullo.
Riflettiamo sulla piega che ha preso il nostro
mondo in mano agli scellerati.