Ibridazione Domestico e Selvatico

Si parla molto, da qualche tempo, del pericolo di una ibridazione fra Animali selvatici e Animali domestici, appartenenti alla stessa Specie. Perché?

Prima di entrare nel vivo del discorso che vorrei approfondire, vediamo la differenza fra Domestico e Selvatico.
Domestico - della casa (domus / luogo in cui viene artificialmente creato un clima/situazione ottimale per coloro che devono viverci): Selvatico - della selva (sito spontaneamente creatosi nell’unione di una moltitudine di elementi).

La casa e la selva visti con ‘’occhi umani’’
- Noel Langley - Il Mago di Oz - ‘’Nessun luogo è bello come casa mia, nessun luogo è sicuro come casa mia’’
- Dante Alighieri - La Divina Commedia - ‘’Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura …’’

Se analizziamo le definizioni date su Domestico e Selvatico, e ragioniamo sulla frase tratta dal film Il Mago di Oz e su quella di Dante Alighieri de La Divina Commedia, cogliamo la diversità dei significati dei due contesti immaginando due luoghi che ugualmente cadono sotto la definizione di ‘’ambiente’’ e, perché no, di ‘’dimora’’, ma che (nella loro diversità) differiscono per nascita artificiale/calcolata e nascita naturale/indipendente, e per rappresentazione metafisica.
- La casa è, ed è vista, come una costruzione sicura fatta dall’uomo, una costruzione creata a misura d’uomo, provvista di tutti gli strumenti di cui egli ha bisogno per vivere in serenità; è una dimora nella quale l’uomo trova riparo e conforto.
- La selva è un luogo generato dal susseguirsi di eventi non dipendenti dall’uomo, ove l’uomo può perdersi; e per questo, è un luogo cupo che (sempre l’uomo) identifica come tale (cupo) nei momenti in cui si sente perso materialmente e psicologicamente.
Il non essere artefice di un qualcosa, rende l’uomo insicuro nell’affrontarlo. La sua reazione a questa insicurezza si trasforma in spinta attiva o spinta passiva, curiosità o diffidenza. Le due note danno origine a comportamenti differenti, alcuni dei quali possono essere dannosi nei propri confronti, mentre altri possono esserlo nei confronti della ‘’selva’’.
Spesso l’istinto di sopravvivenza mette in moto azioni che altrimenti non si attiverebbero. Tale istinto permette (ha permesso) una presa di coraggio favorendo molti passi avanti verso una crescita individuale e collettiva, come anche la carcerazione dello sviluppo.
Guardando quest’ultima nota solo dal punto di vista ‘’naturale’’, ossia come arresto di una misura di crescita spontanea, di impedimento di una libera espansione e di dominio sull’altrui vita (una vita che non è strettamente collegata a noi e che non ci appartiene ma di cui abbiamo bisogno o che, nella versione naturale, ci intralcia o è per noi un pericolo), possiamo provare un più che giustificato astio nell’operato come pure un più che giustificato consenso analizzandola a livello personale nella chiave ‘’mors tua vita mea’’ o se la analizziamo come ‘’operato per una differente crescita’’. A questo punto la gratificazione prende il posto dell’astio.
Tutto dipende dal verso in cui si guardano le cose.
E’ accertato che a partire dal tardo Neolitico l’emergere del fenomeno urbano e delle civiltà antiche furono connessi e promossi dallo sviluppo dell’addomesticamento. […] Andò originandosi per questa via un doppio reciproco condizionamento: piante e animali addomesticati incisero fortemente sull’evoluzione biologica e culturale della nostra specie, che divenne a sua volta il principale fattore ambientale, la forza che orientò l’evoluzione delle specie domestiche. […]
Sebbene trasformato, questo doppio legame persiste ancora oggi.”
(Fasolo, A. Dizionario di biologia, UTET, Torino, 2003: 8-14)

La modificazione di strutture ha permesso all’uomo di evolversi in maniera esponenziale rispetto agli altri Animali, e a vivere credendo di poter governare sulla Vita.
Nel corso del tempo, l’uomo ha modificato la vita di molti altri Elementi, rendendoli ‘’domestici’’.
Nel corso della programmazione dei mutamenti e delle varie forme di ‘’domesticazione’’, soverchiando la spontaneità della Vita, l’uomo ha mutato una serie di fattori acquistandone i poteri (poteri intesi in larga scale come: forze vitali, come capacità lavorative, come entità nutrizionali, ecc.). Lo ha fatto con gli Animali, con le Piante e con la Terra, le Pietre, le Acque, con i luoghi e i territori. Ha fatto tutto in nome di quella legge che guarda il proprio orto senza lungimiranza altruistica (e se vogliamo, anche senza lungimiranza egoistica, dato che uccidendo la Vita naturale, sta uccidendo se stesso!).

Entriamo ora nel discorso guardando la domesticazione e lo stato naturale, in uno specifico settore.
‘’Il Cane e il Lupo’’.
Da Progetto Cane Lupo – Stella Grigia http://www.ilcane.eu/progetto_cane_lupo.htm
‘’ il Cane, nato per mano dell’uomo, che ha accolto probabili soggetti singoli in cerca di cibo, forse, o forse soltanto curiosi (vedi video sul Lupo Artico di David Mech e Jim Brandenburg dal minuto 32.47 https://www.barnesandnoble.com/w/dvd-national-geographic-white-wolf-richard-kiley/3914257), o feriti (dubbi che non risolveremo mai, vista la lontananza del periodo dell’accaduto), ecco che nell’arco del tempo, in più zone della Terra abitata da entrambe le Specie ‘’Lupo e Uomo’’, ci fu l’avvicinamento, la conoscenza più approfondita e la nascita di una lunga storia collaborativa. Da evidenziare come i soggetti delle diverse sottospecie, hanno sicuramente dato la prima impronta sulle diversità di quelle che un domani si sarebbero chiamate ‘’razze’’. Facile l’osservazione che certifica come ogni Animale, Pianta e Roccia, si adegui alla vita del luogo ospitante, migliorando nelle sue caratteristiche, per ottimizzare la propria vita (Legge Naturale).
Generalizzando sull’origine del Cane, si è identificato il suo predecessore nella sottospecie ‘’Canis Lupus Familiaris’’; erroneamente si è pensato che si trattasse di soggetti con caratteristiche simili solo dal punto di vista biologico, come accade per la classificazione di tutte le altre sottospecie, e che fosse perciò una sottospecie ben precisa. Essi in comune avranno anche delle particolarità biologiche, ma non solo quelle. L’avvicinamento all’uomo, non è avvenuto solo in una parte del Globo, per cui sotto questa effige, vanno inclusi tutti i soggetti che hanno avuto il contatto e che poi, dall’uomo sono stati trasformati nei millenni per avere l’Animale DOC!
Il Cane è una derivazione di una derivazione di una derivazione, dei vari singoli raggruppati in quella sottospecie. La variazione ha avuto bisogno di secoli, millenni, e poi, a un certo punto, ecco arrivare i primi veri Cani.
Interessante leggere in questo link, uno studio che avvalora la nostra teoria.
http://archive.archaeology.org/1009/dogs/index.html?utm_medium=email&utm_source=flipboard
Selezionando nei vari passaggi, le caratteristiche della personalità dei soggetti che più si addicevano ad un determinato lavoro (fisico e mente si adeguano al territorio dove i soggetti dimorano per vivere in armonia con l’ambiente – è una specializzazione della selezione evolutiva – l’uomo ha scelto fra tali caratteristiche senza trascurare la docilità e la duttilità degli individui), ecco che anni e anni e anni dopo quel primo magico incontro, nasce il Cane così come lo conosciamo noi.
Le diversità caratteriali e fisiche sono l’una lo specchio dell’altra, e ancora oggi è possibile dare dei tratti specifici guardando l’aspetto dell’Animale senza averlo dovuto vedere lavorare prima.
Alcuni sciocchi pregiudizi comportamentali della nostra epoca, vogliono nei Cani, l’annientamento di alcune caratteristiche che la Natura prima (nel loro PapàLupo) e l’uomo poi, con molta molta fatica hanno selezionato; più di tanto però, o per fortuna, non si potrà mai fare, perché per quanto il Cane possa essere nato in laboratorio, possiede pur sempre un’Anima selvatica.
Interessante leggere in questo link, sullo studio avviato da Konrad Lorenz, che avvalora quanto appena scritto.

http://www.stellagrigia.eu/articoli/neotenia.htm ...’’

E se il Cane torna nella ‘’selva’’?
A volte capita, che la Vita ‘’domestica’’ esca dalla ‘’domus’’ e si trovi nuovamente avvolta nella ‘’selva’’ che per Dante (in un certo periodo della sua vita) era oscura!
Il ritorno al selvatico da parte di un Elemento domestico, può creare una nuova realtà con i suoi pro e i suoi contro.
Essendo un Elemento non del tutto naturale, per via del fatto che è il frutto della manipolazione dell’uomo, in Lui mancano alcuni attributi e ne eccedono altri. Questo lo porta ad essere incompleto per un certo ambiente e al contempo esagerato (sempre per quell’ambiente).
Nel caso del Cane e del Lupo, ci troviamo di fronte ad un ‘’Figlio’’ e ad un ‘’Padre’’ che hanno una base di uguaglianza ma non hanno la stessa crescita (evoluzione/sviluppo); la trasformazione nello sviluppo del Figlio, disuguale da quella del Padre, lo porta ad una carenza o ad un’eccedenza nell’equilibrio.
Se nel suo ritorno nella selva, dovesse incontrarsi con il suo alterego silvestre, potrebbe accadere che fra i due nasca una Famiglia.
L’unione fra due Elementi ‘’non uguali’’ genera una nuova alterazione nello standard. Questa alterazione viene chiamata dai tecnici di settore, ‘’Ibridazione’’. Con ibridazione si intende il connubio fra due soggetti ‘’diversi’’.

Riflettendo sul termine e su ciò che è il suo significato, sempre riferendomi al Cane e al Lupo, valuto che non necessariamente possiamo parlare di un Figlio e di un Padre se non intendiamo il Padre come il soggetto ‘’fondatore’’ della Specie ma come un soggetto Figlio, ossia un individuo Lupo appartenente ad una Sottospecie. Es.: Specie - Canis Lupus ; Sottospecie - Canis Lupus Italicus, Canis Lupus Familiaris.
‘’Il lupo (Canis lupus) è un mammifero placentato appartenente alla famiglia dei Canidi, ordine sistematico dei carnivori. La specie è suddivisa in 13 sottospecie, differenti a seconda di caratteristiche fenotipiche, genetiche e comportamentali.’’ – tratto da www.parchionline.it

Nell’arco della storia evolutiva della Specie e relative Sottospecie, chissà quante volte si sono verificate unioni fra Elementi appartenenti a Sottospecie diverse che hanno dato origine ad ulteriori ‘’novità’’. D’altronde di Lupi in dispersione che, come accadde all’epoca, valicano confini e confini ce ne sono, e mi sembra più che naturale che se questi Soggetti si incontrano, possono accoppiarsi e generare prole! Però, a differenza dell’unione di un Lupo (es. Canis Lupus Italicus) con il Cane (riconosciuto come soggetto appartenente alla sottospecie Canis Lupus Familiaris), a questa unione/connubio, tale appellativo non viene usato.
Che differenza c’è se l’unione è comunque fra due Sottospecie appartenenti alla stessa Specie? Ricordo che nella terminologia scientifica, il Cane è identificato come Elemento appartenente ad una Sottospecie e non ad una derivazione di questa (la mia puntualizzazione sul tratto riportato da ‘’Progetto Cane Lupo – Stella Grigia’’ è una nota aggiuntiva per approfondire i dati conoscitivi intorno al Cane).
La giustificazione degli esperti sta nell’essere: una, fra Sottospecie composte da soggetti naturalmente evoluti, e l’altra, da soggetti con diversa crescita (ricordo: la domesticazione ha creato dei disequilibri).

Ok! …ma … allora perché, se parliamo di unioni di altri Animali che appartengono comunque alla stessa Specie e alla ‘’selva’’, ma sono però di Sottospecie diverse, si dice che queste generano ‘’Ibridi’’?


L’invasione dei cinghiali è colpa dei cacciatori

…Il numero dei cinghiali in Italia è aumentato anche in corrispondenza dell’introduzione di specie provenienti dall’Est Europa, come spiega Ispra l’infatti, dopo un picco negativo registrato in corrispondenza della Seconda Guerra Mondiale, la popolazione tornò ad aumentare sia grazie a condizioni climatiche e di habitat favorevoli, sia in seguito all’introduzione massiccia di esemplari importati dall’estero, in particolare dall’Est Europa, che ibridandosi con le specie autoctone ne hanno determinato la scomparsa. A questo dobbiamo aggiungere l’incremento del numero di allevamenti di cinghiale a scopo venatorio: animali allevati e messi sul territorio con lo scopo di essere uccisi dai cacciatori. Insomma, a conti fatti l’incremento del numero di cinghiali nel nostro Paese, oltre ad essere massiccio al punto da non riuscirne a fare una stima precisa, è anche conseguenza della caccia che da un alto spinge per l’allevamento di questi animali e dall’altro ne impedisce il contenimento con l’abbattimento del predatore naturale, il lupo … continua su: https://scienze.fanpage.it/linvasione-dei-cinghiali-e-colpa-dei-cacciatori-e-di-chi-li-tratta-come-cuccioli-da-sfamare/
https://scienze.fanpage.it/


La conclusione a cui arrivo sulle esplicite asserzioni degli esperti è dubbia, però, continuando a riflettere con la mia testa, dico: siccome la memoria antica presente in ogni essere vivente, nel momento in cui è necessaria una particolare attività (anche se dimenticata), si attiva, sono convinta che con il tempo, anche il soggetto domesticato sarà in grado di industriarsi nella ‘’selva’’, e credo anche che la sua progenie, soprattutto se aiutata dal Compagno selvatico, non sarà da meno e non nascerà con altri deficit. Nel tempo tornerà ad essere ‘’normale’’ se non di più. Darà vita ad una nuova Sottospecie a cui qualcuno un giorno darà un nome scientifico meno offensivo di ‘’Ibrido’’ ossia ‘’Bastardo’’!

Tratto da SUL LUPO IN ITALIA QUANDO LE SMENTITE FINISCO PER ESSERE FAKE NEWS! - Franco Zunino: un commento all’ultima intervista di Luigi Boitani - rilasciata al sito del La Stampa il 24.11.2017 - https://www.cacciando.com/lettere-e-foto/attualita/item/3502-lupo-zunino-replica-a-boitani.html -
''Parla del problema “drammatico” dell’ibridazione tra cani e lupi, ma non quello, sì drammatico, tra lupi di varie razze quali sono quelli giunti nelle Alpi e quelli della sottospecie centro-meridionale! ... Parla di “identità genetica della specie” quando invece dovrebbe parlare di “identità genetica della sottospecie”, visto che sono loro stessi (i lupofili) a dire che la sottospecie italiana va conservata. ...''

Nota riflessiva - Biologia - individui di specie diverse si accoppiano tra loro per dar luogo a prole, che in genere non e fertile. Gli individui che risultano da incroci di questo genere sono detti ibridi -e quindi, l'accoppiamento fra Cani e Lupi, dando origine a soggetti fertili, non è da considerarsi ibridazione! . --- Se questo accade, bisogna riscrivere la descrizione nei testi di biologia e considerare ibridazione anche il connubio fra sottospecie della stessa specie selvatiche.
Nota aggiuntiva - Negli ultimi anni è riapparso inaspettato il ritorno di alcune specie date per estinte. Esperimenti condotti hanno dimostrato che persino i maiali nati in cattività, se liberati e abbandonati alla natura selvaggia, riacquisivano progressivamente le competenze e persino le caratteristiche fisiche perdute. Ne consegue un ampio motivo di riflessione circa ciò che, da forse molto tempo, giace atrofizzato nelle nostre profondità. Noi, quali compartecipanti al regno animale e parte dell’infinito e misterioso ciclo della natura, potremmo dunque detenere un tesoro trascurato, quanto forse salvifico.
Da https://www.argolands.com/domus-selva/ - ‘’Fenomenologia dell’essere domestico e dell’essere selvatico: differenze di habitat e di extinguishment’’

Uscendo dal discorso (ma neanche tanto) e guardando un altro aspetto delle ''ibridazioni'' e delle ''diverse considerazioni della Vita'' ... ecco un link http://www.filosofia.unimi.it/.../25.OttoArgomenti13.pdf

la Vita è preziosa ... che tu sia un verme un sapiens una pianta ... la Vita è preziosa!!!

 

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