Il carattere - una questione di odore

È dall’odore che assorbiamo al momento della nascita, che riconosciamo la nostra Mamma.
Ugualmente accade per il nostro amatissimo Cane allorquando è lui ad affacciarsi alla vita.
Fra le braccia di nostra Madre, gli odori che emaniamo e che sempre ci contraddistingueranno, si uniscono miscelando un legame che segnerà per sempre un sentimento che va oltre ogni passione, perché nella passione spesso subentrano fattori egoistici che nella più pura ed altruistica forma dell’attaccamento non esistono.
Ugualmente accade per il nostro amatissimo Cane allorquando è lui a vivere la stessa situazione.
Sotto i caldi baci della sua Mamma apprende quanto è importante per Lei, tanto da non farla spostare da Lui se non per brevissimi istanti dovuti per mantenerla sempre attiva.

L’odore del nostro corpo è unico proprio come siamo unici noi, perché oltre ad essere fatti di carne, abbiamo un cuore che non pompa solo sangue e un cervello che oltre a dare direttive razionali, possiede una particolare capacità che spinge ad azioni emozionali e istintive.
Gli stati d’animo e le emozioni più forti, ci permettono una comunicazione che va oltre la parola, perché la parola può anche camuffare quel che si sprigiona dall’intimità del proprio essere se coadiuvata dalla freddezza della razionalità. È difficile nascondere un odore acre dato dallo stress negativo o uno dolce dato una positività.
Collegato all’odore, anche il nostro corpo ci tradisce in momenti di eccitazione psicologica, facendoci apparire insicuri, rigidi nei movimenti, come pure estremamente sinuosi e delicati a seconda di quello che stiamo patendo o godendo.
Ugualmente accade per il nostro amatissimo Cane allorquando è lui a vivere talune e talaltre situazioni.
La differenza che esiste fra noi e loro nell’intensità delle manifestazioni, è data unicamente dal grado evolutivo che ci separa. Ossia: noi viviamo la complessità di una scala emozionale che va da 0 a 100 (lo 0 è dato da una forma di cinismo di cui solo noi esseri umani, siamo capaci di partorire), loro da una scala che va da 1 a 10 (l’1 è dato dalla loro incapacità di rimanere freddi davanti a particolari situazioni anche se non ne sono coinvolti direttamente).
La differenza numerica della scala ci parla di quanto sia distante il nostro e il loro livello di crescita.

Si, ma da 1 a 10 siamo uguali!
Questo vuol dire che una parte di noi rimane l’Animaletto che siamo quando nasciamo, cioè quando ci basta una carezza, un abbraccio e la presenza di Mamma per sentirci bene, proprio come accade per i nostri amici Cani; oppure quando, al contrario, stiamo tanto male se viene a mancarci una guida, un sostentamento a cui aggrapparci.

Si, tutto vero, però c’è da precisare una particolarità che dice molto sul comportamento, su domande e risposte che l’Animaletto fa / dà o non fa / non dà.
La particolarità di cui parlo è riconosciuta nel carattere del soggetto e nella sua personalità.
Il carattere è ciò che è lui nella sua essenza più pura, la personalità è ciò che condiziona gran parte del comportamento del soggetto a seconda delle esperienza che vive.

Un soggetto forte caratterialmente, con un buon bagaglio esperienziale, difficilmente manifesterà problematiche di insicurezza, al contrario di un altro soggetto con un buon carattere ma con una personalità non in linea con esso (con il carattere); ancor meno tranquillo, per non dire ‘’difficilmente tranquillo’’ sarà un soggetto con carattere e personalità decisamente basse.

Cosa fa un umano forte?
Niente di trascendentale perché tutto di lui parla della sua grandezza, del suo vigore, della sua energia, possanza e robustezza, tutto di lui ci dice che è un individuo sano.
Se stessimo parlando di un Cane, diremmo la stessissima cosa aggiungendo che ‘’puzza’’!
– un significativo detto romano, mi viene difficile non menzionarlo : ’’l’omo pe’ esse’ omo ha dda puzzà!’’ –
Soggetti del genere (uomini e Cani) non hanno paura di mostrarsi, non devono coprire il loro odore e non devono camuffarlo.
Cosa che non accade con la seconda tipologia di uomo (essere umano), che già ha bisogno di qualche ‘’trucco’’ per non svelarsi completamente. Ecco infatti apparire un’immagine non perfettamente in linea con l’originale, provvista di alcune piccole caricature tipo: un profumo/essenza extra che fa assumere al suo copro una sembianza odorosa maggiore (più gradevole, accattivante, importante) di quello che in realtà è!
Un Cane che appartiene a questa tipologia psicologica, avrà necessità di lasciare una qualche pipì in più rispetto al primo esempio, avrà bisogno di un piccolo incremento, sempre profumato, per dire al mondo ‘’senti quanto puzzo?’’. Anche i suoi atteggiamenti muteranno a seconda delle situazione, mostrandosi o un po’ più spavaldo o chiedendo più permessi mostrando in entrambi i casi una certa esagerazione nell’agire.
Arriviamo al terzo tipo di uomo e al terzo tipo di Cane.
Avete presente il detto: hai la coda fra le gambe?
Ecco questa è l’esatta postura che assumono entrambi.
Perché questa?
Il punto dell’ano e dei genitali, è quello più ‘’profumato’’.
Assumendo una postura ‘’ricurva, quale è quella indotta dal tenere la coda più possibile attaccata ai punti odorosi e lontana anche da una possibile presa di un ipotetico aggressore (in Natura, durante i giochi di predazione, le code sono spesso prese di mira per arrestare la fuga del fuggitivo o preda di turno), il Cane si mostra in figura ristretta, minore rispetto a quella reale, e china verso chiunque sia lì presente (china anche rispetto alla situazione).
L’uomo non ha la coda ma il curvarsi come se l’avesse (riduzione della figura), gli fa assumere lo stesso portamento remissivo che assume il Cane, un atteggiamento proprio/tipico di un servitore o di un suddito al cospetto di un ‘’superiore’’.

Come potete constatare, colui che non ha problemi di mostrarsi, quel che espone è se stesso, e lo fa in tutta la sua sicurezza. Chi ha qualche problema, si maschera un poco, e chi invece ne ha ben più di uno, vorrebbe addirittura scomparire.

Se analizziamo singolarmente la psiche dei tre soggetti, ci troviamo di fronte a:
- uno che non accusa i cambiamenti, li affronta o ci passa sopra come se non esistessero (il Cane tiene la coda a mezz’asta e/o poco più bassa in riposo e le orecchie sono attente ma rilassate – di un uomo del genere si dice che: ‘’cammina a testa alta’’ ossia non abbassa lo sguardo perché non ha paura di guardare in faccia la realtà o chi si trova davanti a lui);
- un altro che maschera un po’ il suo nervosismo con abbigliamento, profumi, e chiacchiera (il Cane tiene la coda passando da mezz’asta a marcatamente alta, le orecchie sono attente e in continuo movimento mettendo in luce note di insicurezza e un bisogno di far chiarezza prima di potersi rilassare – l’uomo cerca di mantenersi un gradino più alto di quello che è; anche il suo sguardo, forzatamente ‘’ipnotico’’, attraverso il ‘’fissare’’ cerca di cogliere ogni minimo dettaglio delle situazioni intense anche in riferimento a chi ha di fronte);
- in ultimo, ne vediamo uno chino a guardar per terra, pronto a scappare alla minima avversità (il Cane, nell’intimità di casa è sufficientemente tranquillo ma alla minima ‘variazione è pronto a scappare o se potesse a ‘’sotterrarsi’’ – l’uomo si veste e cammina in maniera poco appariscente; i colori che indossa sono neutri come il suo portamento).


Lasciamo da parte ora gli esempi umani e fermiamoci a puntualizzare maggiormente su faccende canine.

Quali istinti e quali qualità naturali subentrano in supporto del soggetto che chiede aiuto o agisce in sicurezza?
Da che nel mondo cinofilo è approdato il Cane Lupo e maggiormente il Cane Lupo di Saarloos, ci si è scontrati con una realtà diversa da quella che si conosceva intorno al Lupo e al Cane Lupo.
Per quel che riguarda il carattere, mano a mano che si è andati avanti con la selezione di soggetti idonei alla vita con il nostro quotidiano, sono stati annientati quei lati che davano lui forza e indipendenza. Non da intendere forza e indipendenza come un qualcosa che ne facesse degli individui incuranti della Famiglia ospitante (i proprietari), ma come individui incapaci di sopportare i tanti stress della vita con l’uomo: tutte le incertezze e gli imprevisti della vita con l’uomo, tutte le sue mode e modalità di pensiero il più delle volte non consoni alla vita di altre specie animali.
Essendo un diretto Figlio di Lupo, è normale in lui un lato più sensibile che lo renda attivo (non come gli altri Cani) alle vicende esterne al suo territorio e, se nell’ambito di questo (del suo territorio), a tutte le diversità che ne scombinano la normalità.
Per descrivere l’atteggiamento espresso in queste situazioni, potrei racchiudere tutto in ‘’istinto di sopravvivenza’’ ma per essere più specifica, lo ordino in maniera più dettagliata: sensibilità, tempra psicologica e tempra fisica, soglia di reazione dei nervi, eccitabilità dei nervi, diffidenza, possessività, aggressività; e a seconda delle situazioni: istinto predatorio; istinto di caccia; istinto di difesa, istinto riproduttivo.
Volgarmente il popolo che ignora il significato di questo elenco (e ignora come riconoscere queste particolarità), sposa la diffidenza come caratteristica ufficiale, chiamandola in causa ogni qualvolta deve giustificare l’operato del proprio Saarloos o di altri Saarloos (uno dei tanti detti popolari come quello del Siberian inaddestrabile e del Levriero pauroso e incontrollabile – razze queste che, nascenti per scopi precisissimi e molto audaci, sono tanto più educabili di altre; il problema è sempre chi sta dietro a loro, chi, cioè, dovrebbe essere la loro guida!)
Queste persone ignorano totalmente quale sia l’effetto della loro non conoscenza sul proprio Cane e sui Cani di altri che hanno la malaugurata sorte di incontrarle.
La più alta caratteristica del Saarloos è la sua sensibilità che chiama in attivo tutto un rituale di comportamento.
Quando vediamo, ad esempio, un comportamento esagerato di ‘’diffidenza passiva’’, non dobbiamo pensare subito al film del Lupo che fugge l’uomo, e sproloquiare in merito ad azioni che da lì a poco verranno messe in atto dal povero sfigatissimo Saarloos, ma al perché di una tale manifestazione andando a sviscerare lati più specifici della situazione, del suo carattere e della sua personalità (personalità che spesso diventa nulla visto che non sono soggetti coadiuvati / assistiti da familiari idonei e tantomeno da personale docente in grado di uscire da schemi imparati a memoria!!!); e dobbiamo valutare se davvero è la famosa diffidenza ad essere entrata in ballo.
La soglia di reazione dei nervi e relativa eccitabilità sono la prima cosa da valutare per la giusta interpretazione di quel comportamento, poi sarà il momento della tempra psicologica e via via in un susseguirsi di introduzioni delle qualità e degli istinti per avere un quadro più completo. Sicuramente lavorando sul miglioramento dei nervi, già si può avere un riscontro positivo sulla sicurezza dell’individuo. Logicamente se dietro al soggetto c’è qualcuno di cui lui si fida (ma questo vale per un Saarloos come per un qualsiasi altro soggetto di altre razze).

Importante: Se non viene capito da dove il problema nasce, non avverrà nel Cane il cambiamento e, il Cane Lupo di Saarloos, sarà sempre più ‘’diffidente’’ (come dicono loro!!!), sarà sempre più lontano dal rapporto con la Famiglia e vivrà sempre peggio!!!

Una volta per tutte… dovreste smetterla di pensare alla diffidenza solo come manifestazione di fuga?!?! … se non vi sono chiari i concetti di quello che vedete, stare zitti è il primo passo, e staccare il cervello umano per inserire la modalità animalesca (se la trovate) dell’essere un Animale, è il secondo.

Finché il genere umano non accetterà la propria deficienza nell’avere elasticità mentale e vorrà mostrarsi al mondo per quello che non è, esisteranno Animali diversi dall’uomo che vivranno patendo le incertezze dello schiavista uomo, e di riflesso, tutti gli estremi delle sue schizofrenie.

Chi parla di psicologia dei Saarloos, unificando il tutto in un paio di parole, non tiene conto o non lo sa proprio ,che tutti i loro comportamenti da disadattati, esistono per colpa di chi alleva e di chi cresce, e non da ultimo di chi pretende di insegnare.
Forme di docilità mostrate in maniera passiva o attiva non parlano della stessa cosa, ma ci dicono quando è il Cane a dirci ‘’stai a cuccia’’ e quando ci dice ‘’vacci tu a cuccia’’ … e sono talmente facili da capire nelle loro manifestazioni anche un po’teatrali, che sbagliare è indice di deficienza di chi pretende di sapere… La ‘’diffidenza’’ è una di queste baggianate che non dicono altro che il Cane ha forse un problema, e dicono anche che ‘’del Cane’’ il familiare non hai capito nulla. (può essere utile, leggere l’art. ‘’Il Cane Lupo di Saarloos, questo sconosciuto’’)

I due grandi problemi del Saarloos sono dati dalla selezione fatta senza ragione e dalle persone senza coscienza che credono di poter crescere un Saarloos con solamente alcune accortezze (scoprirete giorno dopo giorno, minuto dopo minuto quanto sono diversi uno dall’altro, quanto sono particolari le attenzioni di cui necessitano e di quanto non sia facile ‘’non fare cazzate’’).
Da qualche anno, per la salvaguardia della razza, le direttive per le cucciolate sono fissate (non tenendo assolutamente conto della valutazione caratteriale) esclusivamente sulle malattie ereditarie (mi sembra inutile precisare con ‘’ fisiche’’ ma non si sa mai…); ottimo pensare a patologie tanto importanti, ma non sufficiente.. Parlando di carattere, tutti gli acquirenti cercano il Lupo buono (e sembra che adesso il volgo sia riuscito a farlo con il nuovo sfigato di turno, il cugino ‘’AWD’’ – discorso che bisognerebbe affrontare ma… per il momento… lasciamo perdere), accoppiando quindi solo soggetti altamente e apparentemente nulli, lasciando da parte quelli con un minimo di iniziativa.

Cosa nasce da accoppiamenti che non seguono anche il rispetto dei caratteri psicologici?

Tornando al discorso iniziale, quello degli odori, è normale che soggetti come quelli selezionati per poter essere alla portata di tutti (ricordo che basta imparare che sono diffidenti e tutto si sistema) siano in stressante balia di tutti gli odori che circolano nell’aria; il loro è spesso chiuso dalla coda o camuffato (se sapessero cosa vuol dire morire, preferirebbero la morte pur di non stare lì). In un’escalation di comportamenti si nascondono, si camuffano, si mostrano, se ne infischiano, il loro odore parla per loro e loro, afferrando gli odori che percepiscono, si comportano di conseguenza.
La sensibilità del Saarloos porta i soggetti di questa razza a stare attenti anche alle ‘’virgole’’ e più sono insicuri, più hanno bisogno di stare attenti. E aggiungo: più hanno bisogno di qualcuno che dica loro cosa fare!
Se ‘’il qualcuno’’ però non sa cosa raccontargli, ecco che la loro insicurezza raggiunge livelli esponenziali e l’odore sprigionato è sicuramente un messaggio di squilibrio. Un tale messaggio arriva a chi ha il naso fino (non di certo a noi umani) e trasmette uno stato di allerta; se è un soggetto un po’ scarso a cogliere l’odore, questo soggetto si preoccuperà ancora di più. La risultante del suo comportamento è una forma di insicurezza data da una eccitabilità dei nervi alta (ossia è un soggetto molto nervoso). L’eccitabilità dei nervi porta chi la vive, a comportarsi in maniera esageratamente negativa.
La catena di Sant’Antonio si scatena in un susseguirsi di odori e atteggiamenti squilibrati. Le esperienze formano la personalità che scarsamente sostenuta dal carattere porta il ‘’poverino’’ a stare male e sempre più male. Ma quel che è più grave, è che questo Animaletto, non ha alcun sostegno dalla sua Famiglia perché di lui ella non ha capito niente!!!
Come se non bastasse, se il tutto avviene in un ambiente caotico o anche tranquillo ma dove il soggetto si sente messo in discussione, le esperienze saranno ancora più aggravanti.
Faccio due esempi fra i tanti: mercati, piazze cittadine, scuole, centri commerciali, expo...come pure luoghi poco luminosi o isolati dove è rarissimo incontrare qualcuno. L’abitudine aiuta sempre, ma solo se coadiuvata da equilibrio. I luoghi conosciuti e quelli non conosciuti, possono ugualmente mettere in discussione gli individui.

La selezione vuole il Cane buono e ancor di più vuole il Lupo per tutti!


Esistono degli odori particolari però, che possono far uscire i soggetti più preoccupati dallo stato di stress in cui si trovano quando devono affrontare situazioni non consone a loro.
Uno di questi è il ‘’profumo del calore’’.
Che siano maschi o femmine, il calore ha un potere magico che chiama momenti sicuramente più sereni (sereni nel senso di ‘’più naturali’’).

Interente a questo discorso, è interessante riflettere su una circostanza particolarissima che avviene in Natura:
In Natura, molti sono gli odori che vengono lasciati da maschi e femmine per segnalare la loro presenza. In quegli aromi è descritto un mondo. Sono pagine e pagine di informazioni su quello che sta avvenendo nel bosco. Durante i periodi della fertilità, la famosa diffidenza lupina verso l’uomo, viene messa parzialmente da parte. Questo purtroppo va a discapito del Lupo che, con la testa impegnata su ‘’altro’’, abbassa la guardia sull’estraneo che sopraggiunge nel territorio.
Esistono delle organizzazioni di caccia, che proprio in quei periodi progettano le battute con gli avventori per sorprendere i poveri Lupi e farne dei trofei di caccia.
La miseria dell’uomo non ha limiti!!!

Tornando all’ambiente civile, sempre in riferimento a questo particolare momento dell’anno di una femmina, l’expo è l’unica manifestazione cinofila che rimborsa la quota di iscrizione se, per il tal soggetto femmina, dovesse sopraggiungere il calore il giorno della gara.
L’ENCI vieta categoricamente la presenza di femmine in calore durante la competizione, sia se devono concorrere sia come spettatrici.
Chi manca a questo riguardo (parlo anche di visitatori), manca di rispetto a questi poveri Cani che già non capiscono perché si trovano lì e quale sia l’utilità di una passerella, ma in più entrano in un conflitto interiore che può sfogare in una fuga dal proprietario, in una zuffa fra maschi che si trovano nella stessa situazione e subentro nella mischia di femmine che non disdegnano di partecipare ‘’alla forma di intrattenimento’’.


Il mondo Cane è un meraviglioso universo fatto di semplicità e spontaneità; il mondo del Saarloos è il magico anello che ci permette di capire il domestico e il selvatico. Fare scempio delle loro peculiarità è come prendere a calci la Natura e la libera espressione individuale indispensabile per l’equilibrio degli individui, delle Famiglia e delle Famiglie fra le Famiglie.
Deformare l’equilibrio caratteriale solo perché l’uomo non riuscirebbe a controllare certi stati, è un classico esempio del suo immenso egoismo.

Dodici anni fa entrai nel mondo del Cane Lupo di Saarloos ... fin da subito, notando la grande differenza che esiste fra i Cani "normali" (diciamo) e i i Saarloos, Paolo ed io pensammo fosse utile far conoscere le nostre esperienze ... fu così che inziai a scrivere un diario e dopo un po' volli aprire un'Associazione che desse informazioni specifiche e tutelasse la razza

 

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