La Frustrazione (tratto dal libro "Similitudini fra Cani e Lupi) di Barbara Tullio e Paolo Caldora

La Frustrazione

La frustrazione è uno stato d’animo che si prova al momento di una presa di coscienza del fallimento di un’opera, dell’insuccesso di un’idea, del mancato sviluppo di un’intenzione, della mancata realizzazione di un desiderio; può anche essere classificato più genericamente come l’impossibilità di dare sfogo alla libera interpretazione dei fatti e dei pensieri.
L’individuo che vive questo stato d’animo, prova un senso di impotenza, si sente umiliato e deriso, prova vergogna e cade in un vortice di insicurezza che lo rende inerme allo stato di volontà, conducendolo alla repressione della personalità.

I blocchi che possono causare questo stato di inibizione possono essere: ambientali, sociali, individuali.

- Ambientale: le avversità climatiche e/o fisiche del luogo ove il soggetto vive: terreni aridi, temperature esagerate (troppo calde, troppo fredde), rumori assordanti, scarsità di agi nell’ambiente dove si lavora (poca illuminazione, mancanza di igiene).
- Sociali: scarsa considerazione del singolo da parte della massa o del leader.
- Individuale: incapacità di accettazione dell’essere.

Analizzando i fattori dal punto di vista umano, nulla ci impedisce la comprensione di un tale stato d’animo. La veridicità delle situazioni disagevoli, e la reale difficoltà ad assoggettarsi a ostacoli che potrebbero essere rimossi se le circostanze volgessero in direzione opposta, possono facilmente portare un individuo a soccombere psicologicamente. Ciò vuol dire però, che l’individuo è a conoscenza del rovescio della medaglia! … ossia, conosce agi e comodità di una vita in un clima temperato, di una vita provvista di confort e agiatezza, di un lavoro che non debba essere per forza di cose il più illustre o il più invidiato, ma che comunque dia la possibilità di essere svolto con serenità, in approvazione con la classe superiore.
E vuol dire anche avere la capacità mentale di elaborare un’associazione di idee basate sul metodo condizionale.
Senza dimenticare logicamente una predisposizione caratteriale non mirata all’autocommiserazione.

La complessa mente umana, soggiogata da una sopravvivenza in un ambiente ostile, sia questo naturale/selvatico o urbanizzato, viene costantemente sottoposta da sensori esterni, a stimoli che ne condizionano la lucidità e al contempo ne amplificano la funzionalità elaborativa. La Natura che ha ripudiato, non gli è più amica, l’evoluzione che ha progettato, la sta uccidendo. Pressoché impossibile è sfuggire allo smarrimento momentaneo, che può progredire fino a fissarsi in maniera permanente.
L’uomo nasce con una capacità elaborativa del pensiero, ampia e in continua ricerca di arricchimento, capace di elaborazione di concetti basati sulla pura astrazione, condizionati da similitudini figurative e immagini fantastiche che possono indurre all’esasperazione dell’io, sia in esaltazione dell’essere che in sconfitta.

Ma…

"Fondamentalmente la vita è semplice, la complica solo la struttura umana quando è caratterizzata dalla paura di vivere"- Wilhelm Reich, medico e psichiatra.

Un Fanciullo di due anni, può forse leggere e capire: ‘’il Cielo è blu’’ … riconoscendo in quei segni sul pezzo di carta, una sequenza di fumetti che portano a classificare il colore del Cielo che è sopra la sua testa… ma non può leggere e tanto meno capire null’altro che vada anche poco più avanti di questo concetto … figuriamoci se può farlo un Animale!

E qui sta la grande differenza fra la mente umana e quella degli altri Animali.

Fra gli Animali, la semplicità della nascita sotto i caldi Baci di Mamma; l’accoglienza immediata fra i suoi seni; le cure e le attenzioni, e la comunione con i Fratelli e le Sorelle, scongiurano ai piccoli, un tracollo psicologico che porta fin da subito ad una fase di smarrimento nel cucciolo umano, smarrimento che egli riesce velocemente a colmare per merito dell’organica diversità di sviluppo fisico e psichico che esiste fra le varie specie – tempi di crescita e differenti necessità.

Anche se all’inizio di tutte le vite dei Mammiferi troviamo analogie comportamentali fra Mamme, Figli e Famiglie, in quelle umane, già in questo lievissimo paragone troviamo un distacco propositivo. Il che porta a ragionare sulla diversità di necessità fra le due specie.
Oltre a poter parlare della velocità di crescita, riconosciuta in giorni, mesi, anni, non possiamo non comprendere la diversità psicologica che non lega uomini e Cani, se non sezionando la semplice mente di questi ultimi e trovandovi dentro la sola ed unica legge del Branco.
Il Lupo, nasce in Famiglia e ne rispetta e onora regole e pensieri. La vita semplice verso cui è indirizzato il cammino di un Lupo, porta questi Animali a concepire pensieri e azioni in maniera semplice e funzionale: esiste un oggi, un adesso, un io e un tu; esiste il pasto e il nemico; esiste la tana, il gioco, il compagno; la lotta per sopravvivere contro chi vuole rubare il cibo e non la corazza lucente; la lotta per l’incolumità del singolo che porta al benessere comune, che riconduce alla prima nota, la sopravvivenza!

Di sopravvivenza si parla anche per quel che riguarda la vita umana, ma la diversità del concetto di base, ossia non incolumità dell’essere ma dello stato dell’essere (comodità e privilegi) porta al grande divario dei fabbisogni e da ciò alla diversità delle aspettative, che alimentano il valore delle problematiche di adattamento.

Una persona può provare quel triste senso di impotenza e di ingiustizia di fronte alla valutazione di situazioni in disequilibrio – scompensi razziali, lavorativi, affettivi, ecc – un Animale no, perché nel suo DNA della logica della vita, esiste solo Armonia.

È pur vero che il Lupo vive le difficoltà di convivenza con predatori/cacciatori più abili di lui (vedi l’uomo) e da questi si nasconde; ma non si nasconde perché ideologicamente frustrato all’idea di non poter competere col nemico, si nasconde perché conosce i propri limiti non conoscendo bene i punti vulnerabili di chi è lì fuori; non essendo certo della vittoria, non si mostra. Si mostrerà solo se costretto dall’istinto di sopravvivenza, e si mostrerà per difendere se stesso, i suoi Figli, il suo Branco.
Saggezza selvaggia, non frustrazione.

Di pari passo, i suoi Figli, i Cani, quando mostrano atteggiamenti che i sapiens definiscono dettati dalla frustrazione, anzi dall’incapacità di controllare la frustrazione, noi sappiamo che ciò non rispecchia la realtà.

Un uomo, può reagire in maniera aggressiva dopo aver ingoiato molti bocconi amari, e reagisce per vendetta. Un Cane, se mostra un comportamento aggressivo, come abbiamo già spiegato più volte, è solo in risposta ad un aggressione, o ad un’insicurezza.

Vengono attribuiti ai Cani stati di frustrazione provocati o connessi da o a:

1 - ansia da separazione / sindrome da abbandono – paura di stare solo / impossibilità di stare con il proprietario
2 - lutto – perdita del proprietario
3 - ipersessualità – impossibilità di saziare la pulsione sessuale
4 - foga nell’alimentarsi / bulimia – conseguenza di lunghi periodi di digiuno
5 - fobia per fenomeni atmosferici e rumori forti – paura dei tuono e dei petardi
6 - incertezza delle aspettative – incapacità di capire i proponimenti del padrone
7 - sindrome del fallimento – incapacità di soddisfare i desideri del padrone
8 - aggressività idiopatica -

1 - Una conseguenza dell’allontanamento in età precoce dalla Mamma, può creare nel cucciolo un disturbo del comportamento; così come può crearlo un ‘’non sano’’ rapporto fra la famiglia ospitante e lui se egli non viene accolto e cresciuto con coscienza materna; e questo può accadere sia se il piccolo è cresciuto (nei due mesi canonici) in maniera corretta con la Mamma e i Fratellini in un ambiente ospitale (inteso sia come habitat che in senso sociale) oppure in un tugurio nel dimenticatoio.
Il disturbo dell’abbandono o dell’isolamento (non ansia, semmai stress), nel momento in cui, il Cane trova nuovamente l’equilibrio naturale (un Branco equilibrato nei pensieri e nelle azioni), subito perde di efficacia.
2 - E anche nella perdita di un membro della Famiglia, come avviene anche in Natura, egli subirà la negatività della grave perdita ‘’Uno di Uno’’, fin quando in essa non verrà ristabilito l’ordine e tornerà l’Armonia.
Purtroppo molto spesso accade che il Cane, in questi momenti di difficoltà, subisca l’onta peggiore, ossia quella di venire allontanato … viene da sé il capire lo sconforto dell’Animale … se poi ad essersene andato è il suo punto di riferimento, sarà ancor più difficile accettare la cosa … però esiste un ‘’certo che’’ che fa degli Animali esseri superiori in praticità, ed è quello di sapersi adattare alle situazioni. Aiutati da una nuova Famiglia potrà ritrovare il suo equilibrio e continuare a vivere in maniera dignitosa.

So che in molti, quando leggeranno queste poche righe appena trascritte, si leveranno con i pugni in aria in senso di protesta, colpiti nell’orgoglio di sapiens che vuole tutti amorevolmente e fedelmente uniti in amori senza fine.
Mettete da parte l’orgoglio signori, e ragionate in maniera ‘’razionale’’: in Natura può accadere che un membro del Branco muoia, così come può accadere che se ne vada per altri lidi … nessuno mai si è lasciato morire per questo! … e anche se, nelle storie più commoventi dei Cani raccontate sui libri e riportate su pellicola, si tracciano linee di affetti profondi, molti dei comportamenti assunti dai nostri amati ‘’4zampe’’, sono frutto dell’abitudine. Certo, alcune volte può accadere che il distacco sia sentito in maniera forte, molto forte, ma non è questa la regola, e a tutto c’è rimedio (la positività del cane è fonte di insegnamento).
Quindi, parlare di ansia da separazione, sindrome da abbandono o lutto, è davvero esagerato, per non dire poi ‘’assurdo’’ la chiusura comportamentale in un buco oscurato dalla frustrazione che assume il soggetto osservato, visto che il Cane non è in grado di concepire questo stato d’animo.

3 - L‘ipersessualità non è altro che un atteggiamento dimostrativo richiedente una conferma, una gratifica o un sostegno alla propria insicurezza, difficilmente è la risposta all’impulso scatenato dal bisogno di accoppiarsi o dal ‘’desiderio’’ di placare ‘’l’idea di godimento’’ … un maschio che vive con una femmina durante l’estro di lei, è normale che cerchi di montarla nella fase ‘’giusta’’, ma finita quella fase, il progesterone torna nei suoi limiti e la faccenda si quieta … se il maschio continua a mostrare l’atto alla femmina anche quando non è in calore, il messaggio è ben diverso, così come lo è quando lo mostra ad altri individui conspecifici o no. Il non arrivare al compimento dell’opera – la monta – non comporta al Cane nessuno squilibrio interiore, e difatti, non leggiamo da nessuna parte, di Cani che violentano femmine della loro specie o di altre (tipico atteggiamento di uno squilibrio umano).

4 – Il mangiare con foga, non è un problema caratteriale, ma una dimostrazione del carattere. A prescindere dal fatto che un Animale abbia un certo appetito o meno, e di conseguenza divori la pietanza o la spilucchi, il mangiare con foga, è la manifestazione di un lato della personalità: un Cane con un temperamento alto, si sbriga a mangiare per non perdere tempo; un Cane di rango medio, si sbriga mangiare solo se è in competizione con un suo concorrente; un Cane a cui piace il cibo, mangia in maniera veloce per puro piacere ‘’semmai ce ne scappasse un altro po’ sarebbe molto felice di vedersi raddoppiare la dose!’’.

5 – il mettersi da una parte, il nascondersi o il cercare un luogo più tranquillo, durante un temporale o una festa di paese o il capodanno, non ha nulla di anormale e l’atteggiamento assunto dal Cane non è di impotenza o frustrazione per non poter uscire da quella brutta situazione, ma di insicurezza, come in tutti i casi in cui egli mostra un atteggiamento di abbattimento. È normale che se ha vissuto esperienze negative in circostanze simili, lui voglia fuggirle, mica è cretino! … imparerà col tempo a trovarsi un luogo sicuro dove mettersi (di norma un luogo che ricordi il famoso buco della tana ancestrale) e quando sarà certo che tutto è tornato alla normalità ne uscirà, dapprima guardingo , riacquistando un portamento normale solo quando si sentirà a suo agio.

6 / 7 – ancora atteggiamenti di insicurezza e non di frustrazione: la sindrome da incapacità appresa è uno sciocco stato d’animo vissuto dall’uomo, che non trovando sbocco positivo e conferme dal suo prossimo, nelle sue azioni e nei suoi proponimenti, cade in quel senso di apatia che lo induce a non mettersi più in discussione … ‘’un Animale, prima di tutto cerca il modo migliore per sopravvivere, il suo tempo lo impegna a trovare la strada migliore per uscire da una situazione non idonea, sia questa una soluzione di fuga, di richiesta o di chiusura.’’
Ricordo che finite le avversità, la preda che si finge morta, magicamente risuscita (vedi – ‘’Due esperimenti’’ – concetto di impotenza appresa).

8 - una reazione aggressiva è più che legittima se l’Animale si sente messo in discussione e non ha fiducia in chi gli sta davanti.

Ancora una volta, il sapiens accoppia problematiche dell’essere umano ad Animali.
L’insicurezza degli Animali che vivono a contatto con i sapiens è dovuta, oltre che a carenze individuali dovute al fatto che non sono tutti ‘’leader’’ ma ognuno è Uno nella sua singolarità, alla convivenza con altri esseri che non hanno equilibrio!

Un Bimbo non può crescere senza il giusto rapporto amorevole - educativo, e così un Animale..

Un senso di insicurezza può dar vita all’evoluzione della negatività del disagio, e sfogare in frustrazione e altro, ma come sempre, solo e soltanto in chi ha capacità di pensiero evolute in forme astratte e non in coloro che limitano il loro far di conto a ‘’Uno e Uno’’.

 

 

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