Importanza di particolari oggetti
Portare un oggetto con sé
Due teorie
Il Bambino esce di casa e porta con sé un suo
oggetto
Il Bambino esce di casa e porta con sé un oggetto
donato da un membro della famiglia
Identificazione dell'oggetto: Un bambino
che porta con sé un suo oggetto (pupazzetto, macchinina,
ecc.) quando esce da casa per andare in un posto che non
è legato a casa, porta con sé una parte di
sé; una parte che parla di se stesso e della sua
esistenza nella Famiglia (tana e nucleo).
Ben diverso è il significato che si dà ad
un oggetto (che il Bambino porta con sé quando esce
di casa…) donato da un membro della famiglia. In questo
secondo oggetto Egli identifica quel particolare personaggio
e da lui prende forza nel momento del bisogno.
La differenza fra le due rappresentazioni, sta nel fatto
che mentre nella prima il Bambino trova forza in se stesso
come individuo a sé e come membro della famiglia,
nella seconda trova la forza nella persona che l'oggetto
rappresenta.
Ciò, se anche può aiutare il Bambino inizialmente,
in quanto sente la persona vicina e non lo ha abbandonato,
lo trasporta in una forma di dipendenza; non permettendogli
di imparare ad acquistare sicurezza in se stesso lo lascia
dipendente dall'altro.
Il suo oggetto personale invece, identifica la sua figura
nell’individualità, nella famiglia e nel ruolo
che lui in essa occupa. Importanza dell’essere come
individuo e nella socialità familiare.
L’oggetto di proprietà, è parte dell’individuo;
è normale che in esso l’individuo veda qualcosa
di sé.
Ma è anche un qualcosa che in più possiede
rispetto ad altri.
Non a caso, molte persone accumulano oggetti per dimostrare
la loro forza (toccando anche a volte nel risvolto paranoico
della questione).
Anche i magnati del potere non sono altro che accumulatori
di oggetti.
Se così non fosse, a parte l’inclinazione a
preferire una vita agiata ad una un po’ meno fortunata,
mi spiegate per favore cosa possono mai farci con tanto
denaro e tanti oggetti?...non gli bastano tre vite per consumarli!!
Senza arrivare allo squilibrio dei pensieri degli uomini
divenuti adulti, rivolgiamo lo sguardo al nostro quotidiano
di vita con il Cane, e all’osservazione del Selvatico,
notiamo come la conquista di un oggetto sia appagante per
il soggetto che ha conquistato l’oggetto e fortifichi
la sua figura.
Cosa vuol dire?
Semplicemente che il possedere un oggetto aumenta la forza
di chi possiede e se vogliamo il suo potere agli occhi di
chi lo guarda.
In molti casi, la vittoria e/o conquista di un oggetto,
risolvono insicurezze dell’individuo e permettono
lui di uscire da una forma di dipendenza verso altri.
Usando termini umani per entrambi i casi: aumenta la carica
della personalità!
Identificazione dei un particolare oggetto:
il ciuccio. Il ciuccio potrebbe essere classificato nella
categoria surrogati. Ma in realtà cos'è?
La nostra specie, appartiene a quel dato ceppo di Animali
che viene allevato dalla Mamma nel seno della Famiglia.
Simili a noi, sono tutti gli altri Mammiferi.
Esiste però una grande differenza fra i Mammiferi,
riconosciuta essenzialmente nella loro ragione di vita,
ossia per il ruolo che occupano sulla Terra (ruolo che permette
loro la sopravvivenza); questa differenza canalizza la crescita
dei cuccioli verso una direttiva che sarà il loro
scopo di vita.
Noi, che non potremo continuare a vivere per sempre nella
tana e nella zona rendez-vous, e non andremo fuori dal territorio
casalingo a procacciarci il cibo, insieme alla Famiglia
natia, dobbiamo imparare presto a prendere sicurezza in
noi stessi piuttosto che in altri individui, siano pure
questi individui, membri della Famiglia.
Ciò non vuol dire che non dobbiamo fidarci della
Famiglia o perdere con lei tutti i contatti, assolutamente
no; vuol dire solo che non potendo un giorno avere sempre
Mamma e Papà che ci proteggono le spalle e ci indirizzano,
se non siamo in grado di andare avanti con le nostre gambe,
vivremo una vita in preda allo stress.
Mamma e Papà sono fondamentali per la nostra crescita,
ma arriverà il momento in cui, dovremo staccarci
da loro. A tal proposito, è normale che il nostro
distacco avvenga per gradi ed inizi in alcune cose, nei
primi anni di vita.
Osservando la crescita di cuccioli di Cane, possiamo notare
che la Mamma vive con loro la maggior parte delle ore del
giorno e della notte; li assiste e li nutre, li scalda e
li protegge. Piano piano, nell'arco del secondo mese, si
allontana da loro abituandoli al distacco.
Il Cane, che da secoli vive con l'uomo, non ha grossi problemi
a lasciare, ancora piccolo, la propria Famiglia vera, purché
il distacco implichi l'assorbimento in un'altra famiglia
e avvenga nella giusta maniera (complesso che invece può
mostrare un mammifero selvatico).
Che il Cane rimanga nella sua famiglia o che entri in un’altra,
non cambia molto il suo futuro sociale, ossia, sarà
sempre un membro del Branco che condurrà una normale
vita da Cane. (Ben inteso, è chiaro, purché
non finisca nella grinfie di chissà chi e non debba
vivere traumi che lo conducano a squilibri).
I Bambini invece, una volta adulti, dovranno cambiare totalmente
le loro abitudini e da cuccioli di casa, dovranno diventare
individui della società extra familiare.
Nella cura dei Bambini e dei Cani, le loro Mamme hanno degli
atteggiamenti simili e dissimili: entrambe assistono i propri
Figli e a loro si dedicano incondizionatamente, ma mentre
l’assistenza da parte delle Mamme Cane, è di
24 h su 24 e il distacco è pressoché inesistente
soprattutto nel primo periodo di vita dei piccoli, per le
Mamme umane l’accudimento e il distacco seguono un
orario (logicamente secondo le necessità –
qui stiamo parlando in linea generale).
Questa modalità educativa, permette a noi umani,
di imparare fin da subito, che esiste anche il momento di
solitudine. Dalla solitudine, in un ambiente sereno, dobbiamo
acquisire la capacità di "bastarci"!
Il ciuccio ci aiuterà in quei momenti in cui il
distacco apparirà come un orribile buco nero senza
fondo, a trovare in un atteggiamento che parla di intimità,
la sicurezza in noi stessi.
Il ciuccio, gratifica una richiesta di appartenenza, e non
è collegato ad altro che non sia quel particolarissimo
legame istintivo che abbiamo con la nostra Mamma; praticamente
il ciuccio è ciò che permette al nostro bisogno,
di essere appagato, ma ci aiuta anche ad imparare a controllare
tale bisogno trovando la soluzione in noi stessi.
Non è quindi un oggetto da demonizzare poiché
è, in vero, un oggetto che ci tiene legati alle modalità
espressive dell'intimità con Mamma e ad una forma
di appagamento che troviamo senza di lei in noi stessi.
Gli altri Mammiferi, non hanno bisogno del ciuccio, perché
la loro prospettiva di vita, essendo molto diversa dalla
nostra, nei secoli di evoluzione e apprendimento (per non
parlare della diversa assistenza di cui abbiamo già
fatto cenno) ha permesso che il distacco dall’intimità,
avvenisse nel momento in cui l’appagamento e la fase
di crescita fossero più idonei e più veloci
nell’essere completati.
Solo in quei cuccioli a cui è mancata una certa assistenza,
troviamo un atteggiamento similare alla richiesta del ciuccio.
E possiamo notarlo quando Essi, si dedicano delle cure parentali
(leccamenti) oltre il lecito dell’equilibrio.
Questo non vuol dire che il Bambino legato al ciuccio sia
squilibrato, no di certo, vuol dire solo che a seconda di
quanto e quando Egli usa il ciuccio, si può capire
che tipo di appagamento sta chiedendo a se stesso.
Molto probabilmente, i Bambini che crescono in quei luoghi
in cui è usanza per le Mamme, tenerli sempre ‘’addosso’’
ben custoditi nella fascia ancorata al loro corpo, del ciuccio
non si ha conoscenza. (la vita delle persone che possono
permettersi un simile comportamento, probabilmente segue
uno stato di crescita molto simile a quelle delle tribù
indiane dei nativi ‘’Pellerossa’’).