Già vent’anni fa,
cominciavano ad affacciarsi nel mondo della cinofilia,
quei personaggi che ne hanno cambiato il vestito.
Non più preparatori di sport cinofili provenienti
dalla gavetta, non più addestratori formati
con l’esperienza ma solo educatori e/o istruttori.
La gavetta – apprendistato fatto in: pensioni
a spalare cacca, lavare cani ricoperti di fango,
a occuparsi di tutti i cani indistintamente dal
fatto che fossero mordaci, mammolette, euforici
o sornioni, a curare ferite, rattoppare reti,
disinfettare box, ad assistere il veterinario,
a correre da una parte all’altra della città
alla ricerca disperata di quella medicina che
serviva a tutti i costi per quel cane che aveva
mangiato il collarino antipulci o che, colto da
un colpo di caldo, ci stava per lasciare le penne
da un momento all’altro… apprendistato
che ti permetteva di conoscere i cani prima dal
punto di vista della salute, che andava di pari
passo con quello psicologico, e poi, solo poi,
un anno almeno dopo la tua prima giornata in pensione,
ti permetteva di assistere l’addestratore
in campo… addestratore che non ti spiegava
il metodo, perché non c’era il metodo,
c’era l’esperienza sul campo e nella
pensione, che ti portava ad agire in un modo piuttosto
che in un altro… c’era la sensibilità
di capire i cani dal punto di vista istintivo
e non metodologico apprenditivo… apprendistato
che pagavi con il sudore della fronte e che non
ti abilitava con certificati e attestati, ma con
un sano guinzaglio di cuoio lungo un metro ed
uno da dieci, un riporto di legno, tre oggetti
da pista, un pettorale, una pallina e un salsicciotto
di iuta. Allorché entravi in campo col
tuo fido compagno e fra un insulto e l’altro,
tenevi testa al tuo orgoglio e imparavi l’arte
vista fino ad allora solo dal di fuori. E ti accorgevi
di quanto fosse difficile tenere un cane, il tuo
cane, al guinzaglio in presenza di stimoli, e
finalmente imparavi a capire cos’erano gli
stimoli… e le sedute in campo non duravano
che pochi minuti, minuti preziosi in cui dovevi
capire al volo i messaggi di Fido e rispondere
altrettanto velocemente, perché non c’era
la seconda possibilità per rispondere,
e il rispetto per lui veniva prima di tutto, i
tempi di attenzione dovevano essere rispettati
così come istinti e qualità naturali…
l’unico a non contare più di tanto
eri solo tu ed solo tu, apprendista voglioso di
metterti alla prova, dovevi essere l’unico
a pagare le conseguenze dei tuoi errori.
Il cane veniva studiato e amato sotto tutti i
suoi aspetti. Le diversità fra i soggetti
della stessa razza, dei soggetti di razze diverse,
dei mix breed, venivano alla luce giorno dopo
giorno… ore e ore ad osservare, toccare,
interagire con tanti di quei cani che a memoria
non li ricordi più… le giornate iniziavano
alle sei del mattino e finivano a tarda sera,
tutti i giorni del mese, dell’anno li passavi
così, prendendoti solo qualche ora di tanto
in tanto per poter andare a fare quel lavoretto
che ti permetteva di sopravvivere e continuare
il tuo apprendistato.
Non c’erano all’epoca i corsi con
le regole e la carta di merito, non c’erano
i corsi di dieci ore, venti ore o trenta, c’era
la passione che ti portava a gettare via i confort
per vivere fra i peli dei cani, fra i loro abbai,
le loro zampate e i loro morsi.
Non c’era altro sport al di fuori dell’Utilità
e Difesa. Unico sport ad insegnarti cosa si cela
nell’anima del cane.
E quando l’apprendista abbandonava la scuola
dove aveva sputato sangue e sudore, ringraziava
il suo insegnante con umiltà estrema e
si dirigeva con li cuore gonfio di speranze verso
il suo faticoso futuro. Sarebbe divenuto a sua
volta un docet e avrebbe a sua volta tramandato
l’Arte aggiungendo forse un qualcosa di
personale. L’Arte andava così impreziosendosi,
ampliandosi, perfezionandosi.
Poi arrivò l’Agility e il Fly-ball,
poi l’Obedience e la Dog-dancing. Arti che
vennero ben accettate da chi voleva aprirsi a
nuovi orizzonti, ‘fico! altri spunti per
ampliare il nostro colloquio con Fido’ pensavamo.
Ma ben presto con le nuove discipline arrivarono
i metodi infallibili e i geni della lampada, i
corsi ultraveloci e gli urlatori cinofili, e i
nuovi sport furono spunto, per molti, per vendersi
al miglior offerente.
.
I campi scuola saltarono fuori come funghi sui
terreni dislocati qua e là intorno e dentro
le città, così come pure i forum
su internet, che invece di essere veicolo di studio
cognitivo etologico istintivo, furono solo spunto
di mostra per chi ce l’aveva più
bello, più forte, più grande…
in poche parole, ecco saltar fuori una professione
fatta da malati di protagonismo, persone che non
riuscendo ad avere altro dalla vita, amavano bearsi
di se stessi attraverso il cane che funziona con
il metodo… offendendo chi ha spalato cacca,
lavato cani, preso morsi, dormito nei box accucciato
accanto a quella creatura che quella notte si
giocava l’ultima carta della vita.
E dove sono finiti gli apprendisti divenuti addestratori,
ben distanziati dal gruppo emergente degli educatori
e degli istruttori?...
Alcuni continuano imperterriti a difendere i
diritti del Cane…
Altri si sono ritirati nel loro guscio e rifiutano
ogni contatto con chi li offesi una volta di troppo…
Altri sono morti di dolore!
E dove sono finiti gli istinti e le qualità
naturali?...dov’è finita la conoscenza
del cane in quanto meraviglioso essere privo di
falsità?
Tutto rimane ben nascosto nel cuore di chi ama
gli Animali e presto morirà con loro grazie
a chi è incapace di capire, malato di protagonismo,
deficitario di rispetto per le persone e la natura,
grazie a colui che offende il docet dopo averlo
spremuto come l’uva e solo nel momento in
cui si renderà conto di essere un asino
assoluto accuserà il suo mentore facendolo
soffrire con la pugnalata offertagli, che non
sanguina fuori, ma lacera dentro.
Dedicato a tutti coloro che hanno dato la vita
per salvare il Cane dall’uomo comune.
Dedicato a due Maestri: CARMELO e MARTINO e a
tutti noi che veniamo dalla vecchia sana "Gavetta"
***
Giù la maschera!
Lo sport preferito dagli
uomini
Un film di tanti anni fa che ci racconta di ‘’storie
d’amore’’ in chiave divertente
:D
...ma fra le righe c’è molto di più!
‘’il tecnico del settore pesca,
entra nel negozio dove presta il suo servizio.
I clienti lo attendono. Sono ansiosi di parlare
con lui per avere i segreti che li porteranno
a vincere un famoso torneo’’
A parte il fatto che non capisco come si possa
chiamare sport qualcosa che prevede l’uccisione
di alcuni Animali o il loro ferimento (ferimento
che porta secondariamente ad infezioni e morte
conseguente * leggi
nota sotto ), il tecnico …
è veramente chi dice di essere? …
Certamente tutto parla a suo favore!
Ha anche scritto un libro sulla pesca!
Nelle prime scene vediamo già che ‘’i
consigli che elargirà, sono suoi ma solo
in parte … e … i suoi … saranno
davvero suoi visto che …’’
… aspettiamo le scene seguenti per giudicare!
Ops!!!!! …ecco i primi colpi di scena!!!!
Di fatto è un personaggio che non ha dimestichezza
con la Pesca e addirittura schifa l’Animale
‘’Pesce’’.
Egli non è che un tramite di cose di altri,
facendo credere che siano frutto del suo sapere
esperienziale pratico. … Al giorno d’oggi
potremmo definirlo come una persona che vive di
ricerca di informazioni riguardo a ‘’tecnici
di settore o altro’’, e che fornisce
i dati raccolti a coloro a cui servono questi
‘’dati’’.
Essere ‘’informatori conto terzi’’
non fa del personaggio un tecnico della materia
dei particolari argomenti trattati e forniti.
quindi, se Egli si fa passare per un conoscitore
approfondito delle tal ‘’cose’’
(nel caso del film: la Pesca), è di fatto
un ‘’Imbroglione’’!
Smascherato l’imbroglio, l’imbroglio
continua (esattamente come accade nella vita dei
nostri giorni) e mette in luce come la fortuna
sta spesso dalla parte sbagliata, e va in danno
alle persone oneste che realmente conoscono molto
bene la materia!
Il film si conclude con la confessione pubblica
del ‘’tecnico’’, cosa
che nella vita vera non accade mai, e con una
‘’verità’’ che
invece rispecchia la realtà, ossia la richiesta
dei clienti del negozio, al proprietario, di non
cacciare via l’impostore, perché,
anche se impostore, Egli può essere una
buona trovata pubblicitaria per il negozio stesso
perché provvisto di attrezzature tanto
idonee da permettere a chiunque (anche se alla
prima esperienza) di vincere competizioni importanti!
… Senza trascurare poi, che la personalità
di quel ‘’tecnico’’ è
tale, da infondere sicurezza nei clienti.
Ergo, non importa chi tu sia veramente,
importa chi sei per il pubblico debole di carattere
e privo di personalità che trova la forza
attraverso le tue chiacchiere (anche se sono di
qualcun altro)!
Riflettendo sulla cosa mi è venuto in
mente il potere enorme che ha il ‘’chiacchierone’’
sulle menti del grande piccolo popolo. Politici,
psicologici e dottori vari sono la droga dell’umanità
che schiaccia chi davvero possiede una ‘’specialità’’.
Ho voluto riportare questo esempio per additare
tutti coloro che si mascherano di un dottorato
e non ne sanno un’h di quello che affermano
di sapere.
Nel settore cinofilo, spesso non hanno neanche
i Cani, spesso, se li hanno, non sanno che di
cose sentite in giro o lette su libri o articoli
di altri (e ripetute a memoria) che li porta ad
essere ‘’il messia di turno’’,
ma li porta anche a danneggiare i Cani allievi
che capitano sotto le loro mani. E i danni a volte
sono tanto pesanti da rendere questi Cani labili
nel fisico e nella mente, danni che sono addirittura
mortali!
Ma i settori che possiamo toccare sono innumerevoli.
Guardatevi intorno e tirate fuori dal mazzo l’impostore
di turno!!
*
Pesca sportiva - Dal sito ufficiale
del Ministero delle Politiche agricole alimentari
e forestali: ‘’attività che
sfrutta le risorse acquatiche viventi a fini ricreativi
o sportivi’’- (reg. CE 1967/2006 cosiddetto
‘’regolamento del Mediterraneo’’).-
E ancora dal sito ufficiale del Ministero delle
Politiche agricole alimentari e forestali:: ‘’Questa
attività permette un uso limitato di canne,
fili e ami per la cattura ‘’…
Dal libro ''A
TE - Educazione Naturale'' di Barbara
Tullio e Paolo Caldora - pag. 231 - ''Cosa
vuol dire? Quale è il senso morale di questo
‘’sport’’ e della ‘’raccomandazione’’,
quando comunque il punto chiave della concessione
è quella del divertimento sulle spalle
di un essere vivente?
Questo tipo di pesca viene praticata come
tutte le altre forme di pesca, presentando però
due differenze; una differenza sta nel numero
di Pesci da catturare, limitato dalla bravura
del pescatore nel non rendere inutilizzabili i
materiali che si porta dietro, e la seconda differenza
sta nella possibilità di liberare la preda
catturata. In questa seconda prerogativa, la pesca
sportiva si differenzia dalla caccia sportiva
dove mai i cacciatori catturano in modo da poter
ri-liberare la preda; e comunque, se anche esistesse
una tal clausola, non la rispetterebbero mai perché
lo scopo è quello di esibire il trofeo
morto, oppure è quello di mangiarlo.
Tornando al Pesce catturato, è vero che
ha il 50% delle possibilità di rigodere
della libertà, ma la ferita dell’amo
resta, e resta anche lo stress che subisce nella
cattura, nel trascinamento, nella presa fra le
mani dell’uomo, nell’agonia respiratoria
dovuta al tempo impiegato per lo sgancio dell’amo
e per le foto di rito che ogni pescatore ambisce
avere (tempo più o meno lungo fuori dall’acqua).
Entrando nel particolare del Pesce allamato,
cosa accade veramente alla vittima?
‘’La pesca sportiva è
di gran lunga l’attività che causa
il maggior numero di morti e ferite ai danni degli
animali non umani con l’unico scopo del
divertimento. Innumerevoli pesci ed altri esseri
senzienti, con un sistema nervoso centralizzato
che permette loro di soffrire e provare piacere,
subiscono morte e dolorose ferite a causa di uno
sport umano. Si stima che più di 10 milioni
di tonnellate di animali marini siano catturati
ogni anno a causa della pesca sportiva.1 È
un numero enorme che costituisce 1/8 del totale
di pesci catturati nella pesca commerciale.
(…) La maggior parte dei pesci viene trafitta
con un amo nella mascella. La mascella è
un’area sensibile, quindi è possibile
che i pesci sentano molto dolore quando vengono
feriti in questa zona. In altri casi non vengono
agganciati alla bocca, ma ad altre parti del loro
corpo. Possono subire ferite agli occhi, alla
gola, all’intestino o ad altre parti del
corpo. Gli ami possono anche avere un ardiglione,
che aumenta la portata del dolore che essi infliggono.
Talvolta gli ami vengono anche ingoiati dai pesci.
Come possiamo immaginare, già il solo fatto
di essere trafitti con un amo provoca molto dolore.
Oltre a questa sofferenza, gli animali vengono
anche trascinati in superficie, dove non possono
respirare. Di conseguenza iniziano a soffocare,
in modo simile a come accadrebbe ad un umano sott’acqua.
Essi lottano in modo violento, e cercano disperatamente
di tornare in acqua. Se già solo il buonsenso
ci fa capire quanto soffrano i pesci in queste
situazioni, anche la ricerca scientifica ne fornisce
delle prove certe.’’
www.animal-ethics.org/animali-utilizzati-per-lintrattenimento-introduzione/la-pesca-sportiva/
Approfondire leggendo l’articolo
‘’Pesca
sportiva - effetto sulla mortalità’’
La domanda che mi pongo è questa?
Può essere uno sport o un semplice divertimento
ricreativo il fermare una vita per mangiarla o
semplicemente per catturarla? Può essere
divertente ferirla e poi rilasciarla anche (non
dico di no), ma per il solo gusto di passare il
tempo o di accumulare un trofeo? … (ci sono
dei veri e propri tornei) … Che razza di
divertimento è mai questo?
Sorrido (per non piangere) al fatto che la legge
raccomandi la ‘’ristretta‘’
attrezzatura come prevenzione per limitare le
catture, perché con il passare del tempo,
i pescatori diverranno sempre più abili,
per cui saranno più destri nello ‘’sport’’
e avranno minori probabilità di doversi
trovare a sostituire gli attrezzi o parte di essi.
Trovo pazzesca anche la stesura descrittiva dell’attività:
‘’attività che sfrutta le risorse
acquatiche viventi a fini ricreativi o sportivi’’-
Da quando lo sfruttamento della vita è
diventata una cosa legale? Da quando un’attività
può definirsi ricreativa se il divertimento
e fine ultimo è quello di ferire un Animale
condannandolo comunque a morte?
Personalmente mi sembra una presa in giro, però
il mio è solo un riflettere ad alta voce
… ''