Proiezione psicologica
Proiezione: dal latino
proiectio-onis derivato di proiecere
‘gettare avanti’;
participio passato proiectus.
(treccani.it)
In ottica: fenomeno o procedimento
per cui si forma l’immagine di un oggetto su uno
schermo posto ad una certa distanza, o anche semplicemente
una proiezione rettilinea di un fascio di ‘raggi’
o ‘luce’ o ‘ombre’.
In statistica: calcolo relativo
allo sviluppo di un determinato fenomeno basato su ipotesi
prestabilite.
Ho riportato due esempi presi dal dizionario
‘Oxford Language’, per mostrare le proprietà
del concetto di ‘proiezione’ evidenziandolo
in due di più forme che indicano la stessa cosa
pur se sono generate da diverse partenze o con diversi
obiettivi: proiecere ‘gettare avanti’
- ‘far vedere’ - ‘vedere’ - ‘verificare’
- ‘esportare’.
Detto questo, con in mente la radice
del concetto ‘trasporre’ - ‘portar fuori’,
procediamo con il ragionamento.
Proiettare - trasferire
all’esterno immagini chiuse dentro a un meccanismo,
per favorirne la visione a chiunque.
Per noi che siamo nati negli anni ’60,
è facile riconoscere questa descrizione nei famosissimi
proiettori.
Ricordo ancora che era sempre una festa quando Papà
sistemava il nostro (che maneggiava solo lui) in soggiorno
e, una volta tirato il telo dove venivano ‘’proiettate’’
(appunto) le foto o i filmini che ci ritraevano durante
le ‘’acrobatiche’’ vacanze al
mare o in montagna, eravamo tutti pronti a goderci lo
spettacolo come se si andasse al cinema!
Proiettore … proiettare …
riportare qualcosa che si trova dentro, al di fuori …
vedere fuori, in esterno, ciò che si ha dentro
…
La ‘’Proiezione’’ non
è altro, allora, che guardare un film da spettatore.
E a proposito di film, quante volte ci è capitato
di immedesimarci nell’attore che recita una particolare
parte?! … Vuoi per ammirazione di quel ruolo e di
quel personaggio, vuoi perché veramente ci riconosciamo
in quello scenario, sta di fatto che quel film segna il
nostro animo più di altri.
Proiezione del sé … che
in fatto di uomini, prende una piega più complessa,
ossia può assumere diverse forme di ‘’visione’’.
- ‘’Proiezione psicologica’’
e ‘’Psico-Proiezione’’:
vedere nell’altro ciò che si conosce bene
perché è vivo dentro chi guarda; vedere
nell’altro cose buone e cose cattive di sé;
trasporre nella visione ciò che dentro ci brucia
per cancellarlo da noi; trasporre nell’altro emozioni,
drammi o desideri in modo che sia l’altro a viverli
e ad affrontarli e a realizzarli per noi (al nostro posto).
È possibile definire questo meccanismo
di trasposizione come un ‘’procedimento di
difesa’’ per scaricare le proprie colpe -
intese anche come difetti (fra i quali la mancanza di
‘’coraggio’’) riconoscendoli solo
quando possono essere visibili nell’altro.
Possiamo definirlo anche uno ‘’scaricare
le colpe’’ su altri o altro, come anche uno
‘’scaricare mire o desideri’’
su altri, affinché siano ‘’altri’’
ad affrontare e realizzare il tutto in vece nostra.
Non è, questo meccanismo, una
azione fatta con raziocinio da parte di chi la attua.
E le reazioni di costui, nel vedere ciò che vede,
a seconda delle situazioni, possono essere ostili, gioiose
o pietose. Quel che di positivo c’è in ognuno
dei casi, sta nel fatto che qualunque sia il verdetto
riflessivo, induce chi osserva, a ‘’guardare’’
e a ‘’realizzare’’ l’esistenza
della ‘’cosa’’.
Da spettatore è normale che sia più facile
giudicare ‘’freddamente’’ l’evento,
ma se piano piano chi osserva riesce ad entrare nel vivo
dell’episodio, ecco che qualcosa nel suo animo si
muove.
In molti riconoscono questo tipo di attivazione in ‘’empatia’’,
però, siccome se lo stato a cui si assiste (si
è assistito) non è stato provato sulla propria
pelle, non è possibile capire di cosa si tratti
(ergo, non lo si è vissuto), l’unica ragione
per cui si comprende l’emozione che si sta vivendo
è perché è viva dentro chi osserva;
è parte di sé.
Molto utile sarebbe se ciò a cui
si assiste venisse giudicato in maniera saggia. Non quindi
con estremo disprezzo od osannazione, ma con logica misurazione.
Guardando poi anche in certi altri comportamenti, piano
piano si potrebbe arrivare ad accettare che tutto ciò
fa parte del sé. Da qui a ‘’guarire’’
di certe debolezze, sarebbe un attimo. Come anche affrontare
quei desideri che tanto si vorrebbe ‘’realizzare’’
in prima persona.
Ora, se tutto questo accade fra persone,
è un discorso, ma se invece, la proiezione viene
fatta su Animali diversi dalla propria Specie, allora
si va sull’assurdo, perché le caratteristiche
che diversificano le varie Specie una dall’altra,
non sono solo fisiche!
Gli Animali delle Favole, hanno spesso
rivestito ruoli umani, e quel che di più grave
di questo avviene è che la visione alterata acquista
valore nella realtà, il che vuol dire che sulla
falsità si creano organi professionali che camuffano
la ‘’cura’’ con il ‘’commercio’’.
I disturbi comportamentali e
le successive patologie, fanno da padrone.
Gli sfruttamenti di prestazioni, seguono a ruota le malattie.
La vetrina, non è da meno.
Tutto ciò che contiene una tale
psicopatia, la possiamo racchiudere sotto la più
adeguata definizione di: disturbo paranoide della
personalità!