E’ di gran moda al giorno d’oggi accompagnarsi
ad un amico sincero, il cane.
Il cane è un semplice animaletto affettuoso e piacevole
alla vista che non chiede null’altro al proprio
compagno che una ciotola di cibo e un giaciglio riparato
in cambio di amore e fedeltà. E’ un’anima
limpida, sempre pronta ad esaudire ogni desiderio del
collega umano. Tranquillo e taciturno a riposo, brillante
e vivace al momento del ludo, ascoltatore instancabile
a servizio 24 ore al giorno. Disponibile alla manipolazione
e facilmente impressionabile da un intelletto superiore.
A volte però la sua chiarezza è soggetta
ad interpretazioni errate da parte dell’uomo e questo
può creare in lui instabilità.
A chi rivolgersi per far tornare l’equilibrio?…
I più ricercati: i venditori di
parole e regolette.
Si professano amanti dei cani, ma ciò
che hanno in mente è molto meno “cinofilo”
(traduzione dallo Zingarelli: amico e amante dei cani).
Sicuramente sanno di quel che parlano, con tutti i libri
di etologia che hanno letto, ci mancherebbe altro che non
conoscano la materia in questione, anzi a dire il vero è
talmente chiara in loro che sono in grado di girarla e rigirarla
e renderla complicata in modo tale da essere compresa da
tutto il popolo degli uomini che non accetta l’esistenza
di animali intellettualmente diversi da loro. Ma sono anche
diabolicamente ferrati in economia, in commercio e in oratoria,
dei veri filantropi di loro stessi.
Risponderanno alla vostra chiamata e verranno a trovarvi
ovunque siate, per rimediare con la favella e col diario
di navigazione al triste destino al quale state andando
incontro.
Educatamente si accomoderanno acconto a voi e ascolteranno
con pazienza e interesse ciò che gli esporrete, poi
dalla bella borsa sportiva estrarranno l’abbecedario.
Vi parleranno con dialettica da professore universitario,
giocando sulla famigerata ansia da separazione - che non
è altro che un parolone usato per identificare un’insicurezza
del tal soggetto, facilmente curabile con una giusta educazione
- o sull’ansia in generale - ovvero un’alta
vitalità, domabile con un po’ di svago - che
verran debellate con effusori e calmanti; e ancora discuteranno
sulla gelosia o sul dispetto - propri dell’essere
umano - non spiegandoli come sono nella realtà e
cioè possesso o protezione e scarico di uno stress
dovuto al nervosismo o alla noia, ma come elaborati propositi
curabili con particolari atteggiamenti di diniego o di sdegno.
Il soggetto da recuperare ha un comportamento
bislacco nel momento in cui vi preparate per portarlo fuori?…Il
responso sarà che è un tipo ansioso.
Ugualmente si comporterà quando si vedrà costretto
a rimanere a casa da solo?… La risposta sarà
che è affetto da “ansia da separazione”.
Ritornando alla dimora trovate l’appartamento arredato
diversamente, come se fosse stato visitato dai topi?…Il
verdetto inequivocabilmente accuserà l’imputato
di essere un dispettoso.
Salutando una persona o un altro cagnolino il vostro “lui”
si metterà in mezzo fra voi in modo da allontanarvi?…siete
il compagno di un gelosone.
E così via a tirar fuori ragionevoli
motivazioni che hanno a che fare solamente con i comportamenti
umani, ma mai e poi mai con quelli canini.
Per ovviare a certi inconvenienti che possono
portarvi a situazioni conflittuali, vi insegneranno a comportarvi
secondo regole ben precise come:
-mai farsi toccare dal cane e assumere un’aria di
sdegno quando accade
-mai passare da una porta dopo di lui, sempre prima
-mai mangiare dopo di lui, sempre prima
-mai permettergli di dormirvi accanto
-mai giocare con lui in maniera manesca, con pacchere simulando
una lotta, usare sempre una pallina
-…
e non vi spiegheranno il perché. Condizioneranno
il vostro fare senza illustrarvi le leggi di natura, senza
insegnarvi a riconoscere i segnali che il cane manda a seconda
delle situazioni.
Ripetendo a memoria alcune scenette non
imparerete a parlare con il vostro amico.
Le problematiche più ricorrenti
sono date da una errata impostazione del rapporto fra cane
e uomo. Tempo addietro nella famiglia patriarcale, i ruoli
erano ben definiti, il senso del rispetto fra i membri del
clan era ben saldo, così il cane riconosceva subito
il suo posto all’interno di esso. Oggi invece la confusione
fra le gerarchie si respira costantemente e il cane, essere
semplice, non trovando un punto al quale fare riferimento,
si innervosisce. Scarica così la sua tensione mordicchiando
un divano, riducendo in frange una tenda, mostrandosi un
po’ diffidente o tentando la scalata al trono.
Non saranno di certo alcune regolette a far sì che
l’equilibrio torni a regnare. Bisogna saper leggere
e parlare in maniera semplice, bisogna aver chiaro in mente
che il cane non è un essere umano, e che quindi è
incapace di compiere azioni che richiedono una certa elaborazione,
ma che non è tanto stupido da dover limitare la vostra
interazione con lui a idiote scenette.
Perché pensare che abbia rosicchiato
un mobilio per dispetto e non per noia?… abbia distrutto
le nostre pantofole perché geloso di un nostro atteggiamento
benevolo verso un altro essere vivente e non perché
in natura quel che viene lasciato a disposizione dal capo-branco
diviene di fatto proprietà del gregario di turno?…
abbia raspato alla porta rigandola profondamente perché
affetto da ansia da separazione e non perché non
è abituato a star solo a casa?… abbia morso
per follia e non perché non avvezzo alla disciplina?…
sia euforico al momento di uscire per ansietà e non
per temperamento?…
Forse le cose spiegate in questo modo risulterebbero
troppo semplici per essere comprese o troppo poco complicate
per giustificare l’onorario del dottore?…