Riflettevo sulla fragilità fisica degli Animali
da affezione.
Spesso, troppo spesso, si ammalano di malattie incurabili.
Anche se la loro selezione è fra le più
ligie e attente, nulla impedisce che si ammalino di ‘’una
malattia’’ tanto importante che conduce a
conclusioni nefaste.
So bene che nessun essere umano potrà mai garantire
in assoluto, per nessun altro essere vivente una vita
senza imprevisti di salute, ma nel campo di alcuni Animali
soprattutto, sembra che gli imprevisti di salute siano
più ‘’frequenti’’.
Porto un esempio di una malattia: il cancro.
Non è (per fortuna) questa una patologia che colpisce
tutti inesorabilmente, però, parlando di Cani,
è purtroppo una cosa che, inesorabilmente, si mostra
sempre di più e, in determinate razze o determinati
soggetti, si può dire che è all’ordine
del giorno.
Riflessioni:
- Il Cane … Figlio del Lupo … il Cane, un
Animale domestico che discende dal Lupo, un Animale selvatico.
Fra le malattie che colpiscono il Lupo, da nessuna parte
troviamo, il cancro.
Fra le malattie che colpiscono il Cane, ne troviamo in
ogni dove.
Cosa permette il diffondersi di questa malattia, e cosa
invece permette la salvaguardia dell’organismo?
Sicuramente una vita sana, in linea con la propria evoluzione
e stile di vita, è da considerarsi l’elemento
chiave. A questo aggiungerei anche, che in Natura è
un fatto inequivocabile vivere secondo una logicità
istintiva, e nel Domestico no. E mentre in Natura esiste
una selezione degli Individui regolata dalla sopravvivenza
(riconoscibile nella potenza di energia/forza vitale
– mente e corpo sani e resistenti), nel Domestico
la selezione è dettata da criteri molto più
superflui, riconosciuti esclusivamente in fattori di comodo
e commerciali.
La saggezza della Natura, nel dio sapiens non esiste.
Perché ho etichettato il sapiens così?
Perché è così che lui si sente quando,
giocando con le ‘’provette’’,
trasforma le Vite per creare altre Vite!
La saggezza della Natura, porta chi
vive ancora in stretto contatto con Lei, ad alimentarsi
(ad esempio) nella giusta maniera. (Logicamente
escludo dal discorso le influenze sapiens!)
Curiosando sul web, ho trovato un interessante articolo
di una Dott.ssa che elenca alcune
problematiche create da una ‘’non giusta’’
alimentazione, che possono dare origini
a squilibri negli organismi e, da questi squilibri, a
fasi tumorali.
LA NATURA E' PERFETTA NON HA CONCEPITO MALATTIE
E TUMORI – articolo del 09 Settembre 2012
–
Dottoressa Daniela Pelotti, specialista
in ostetricia e ginecologia
http://www.pelotti.altervista.org/index.php/le-mie-ricerche-mainmenu-30/114-la-natura-e-perfetta-non-ha-concepito-malattie-e-tmori
Prendendo spunto da questo articolo, colleghiamo un altro
elemento determinante per le grandi ‘’differenze’’
che, insieme all’alimentazione (e tutto ciò
che ad essa è correlato), danno la giusta forza/energia
agli Individui per condurre una vita sana (vita senza
malattie date da squilibri fisici e/o psichici); riflettiamo
quindi, anche su quella grande particolarità
che avviene sempre in Natura e non sempre, se
non quasi mai (soprattutto ultimamente, cioè da
quando le mode e le frustrazioni del sapiens hanno preso
il sopravvento), avviene nel Domestico: la selezione
di Elementi adatti fisicamente e psicologicamente
a coesistere con le difficoltà della Vita.
Partiamo dal ‘’concepimento’’
per arrivare a … (al secondo punto che vedremo più
avanti)
- La Popolazione Animale che dimora nella Natura,
segue un iter riproduttivo rigorosissimo. Tale iter comprende
una selezione caratteriale e fisica di grande
pregio, perché la resistenza psico-fisica
alle difficoltà di una Vita Selvatica, è
indispensabile! Se ciò non avvenisse,
si verrebbero a creare delle disambiguità,
delle de-efficienze che provocherebbero la perdita della
capacità di vivere nei siti naturali e la perdita
dell’Equilibrio e della salute di questi ultimi.
E così, anche la Natura inizierebbe ad essere deficitaria.
- La Popolazione Domestica nella riproduzione
è dipendente dall’uomo (volente o nolente)
e segue, quindi, una serie di direttive e/o casualità
che variano a seconda del mercato e delle situazioni.
Mi spiego: l’essere umano ha sempre cercato di sfruttare
‘’coscientemente’’ tutto ciò
che gli poteva tornare utile; fra ‘’il tutto’’,
anche alcuni Animali hanno fatto parte della ‘’partita’’.
Non toccando il settore alimentare (gli Animali che alleva
con lo scopo di trasformarli in cibo una volta che decide
sia giunta la loro ‘’ora’’ - argomento
del quale segnalerò dei link), guardiamo in direzione
‘’dell’amico più fidato’’
il mitico ‘’Cane’’, generato dal
nemico pubblico nr. 1 del sapiens (tal divenuto, dopo
un certo periodo dalla nascita di una importante ‘’collaborazione’’
fra ‘’i Due’’ - il Sacro e il
Profano - l’uomo e il Lupo).
Da ‘’Progetto Cane Lupo’’
della scuola cinofila ‘’Stella Grigia’’
(Roma) – (con approfondimenti sul libro ‘’Diario:
Similitudini fra Cani e Lupi – Illuminanti riflessioni’’
di Barbara Tullio e Paolo Caldora)
– il Cane è la sua evoluzione –
Il Cane è nato per mano dell’uomo che ha
accolto negli accampamenti alcuni Lupi, probabili soggetti
singoli in cerca di cibo, forse, o forse soltanto curiosi
(vedi video sul Lupo Artico di David Mech e Jim Brandenburg
dal minuto 32.47 https://www.youtube.com/watch?v=PR7gqhuDTMg),
o feriti (dubbi che non risolveremo mai, vista la lontananza
del periodo dell’accaduto); ecco che nell’arco
del tempo, in più zone della Terra abitata da entrambe
le Specie ‘’Lupo e Uomo’’, ci
fu l’avvicinamento, la conoscenza più approfondita
e la nascita di una lunga storia collaborativa. Da evidenziare
come i soggetti Lupo delle diverse sottospecie, hanno
sicuramente dato la prima impronta sulle diversità
di quelle che un domani si sarebbero chiamate ‘’razze’’.
Facile l’osservazione che certifica come ogni Animale,
Pianta e Roccia, si adegui alla vita del luogo ospitante,
migliorando nelle sue caratteristiche, per ottimizzare
la propria vita (Legge Naturale).
Madre Natura ha creato un Ecosistema assolutamente armonico
/ equilibrato / perfetto; l’ultimo nato dei suoi
Figli, non solo cerca ‘’da sempre’’
di sostituirsi a Lei, ma, non contento, fa di tutto per
annientare questa perfezione (possiamo dire ‘’non
sempre consapevolmente’’, ma comunque, lo
fa!) per ottenere la ‘’propria ideale
perfezione’’, perfezione che, oltre a
non essere raggiunta, il più delle volte si trasforma
in sproporzionati scompensi che danno origine a ‘’cose
fuori controllo’’. - (Guardate cosa ha combinato
con il virus che sta mietendo vittime a rotta di collo
negli ultimi mesi) -
Tornando al Cane, ragioniamo su cosa ha permesso la selezione
di soggetti Lupo, che potessero aiutare l’uomo nella
sopravvivenza nel Selvaggio Mondo.
I Lupi che condividevano i territori con i sapiens,
erano i maestri che quest’ultimo cercava di imitare
nelle loro arti.
Capitolo 1 - L’Uomo si affiancò al
Maestro - Pag. 28 -del libro ‘’Diario:
Similitudini fra Cani e Lupi – Illuminanti riflessioni’’
- Cit. ‘’A te ritorneremo’’
– di Joseph M.Marshall – descrizione della
caccia al bisonte pag. 52 - I Nativi
… ‘’Se rispettiamo l’ambiente
e sentiamo un genuino legame, è più facile
adattarci e coesistere. In molti casi adottavano i comportamenti
degli animali, non per imitarli ma per utilizzare le loro
caratteristiche per la sopravvivenza.
I cacciatori delle Grandi pianure sapevano che un branco
di bisonti non si spaventava per la presenza di un paio
di lupi. Se un lupo si avvicinava, i bisonti si disponevano
semplicemente in cerchio e lo tenevano d’occhio.
Per ciò i cacciatori strisciavano verso il branco
nascosti sotto una pelle di lupo e imitandone i movimenti,
ma con un arco in mano e le frecce in un altro. Bastava
avvicinarsi a una distanza tra i venti e i quaranta metri
per riuscire ad abbattere un animale. Questo è
solo uno dei tanti esempi di come il rispetto favorisce
l’adattamento.’’ -
- ''L’Uomo si affiancò al Maestro per imparare
dalla sua arte venatoria in campo aperto e godere della
sua vigilanza una volta rientrati al campo base (spesso
gli accampamenti e le tane erano in zone limitrofe); tanto
gli si fece amico, che con lui decise di condividere la
propria vita, probabilmente collaborando e sfruttando,
ma sicuramente imbastendo un sano rapporto basato sul
rispetto e sulla lealtà.
Il Lupo, esperto cacciatore dall’infallibile fiuto,
dall’eccellente abilità nella mimetizzazione
fisica e odorosa durante gli appostamenti che determinano
l’individualizzazione della preda, instancabile
tallonatore, rapido accerchiatore, capì che collaborando
con l’Uomo, nell’ambito della caccia, poteva
ambire ad una più vasta scelta di prede; fra cui,
anche prede di grandezza superiore a quelle sulle quali
aveva ragione senza l’aiuto del nuovo compagno e,
mano a mano che il legame si fortificava, nacque in lui
l’idea che mai, l’Uomo, avrebbe lasciato senza
cibo, il suo fedele aiutante, e mai, avrebbe trascurato
di difenderlo, da eventuali pericoli sia in campo aperto
sia nell’ambito della dimora familiare (difesa del
branco-famiglia del Lupo). -
E per un lungo periodo, così è stato.
Al tempo in cui tutto ciò ebbe inizio, molto probabilmente
i fatti si susseguirono in maniera casuale, certamente
ci fu uno studio da ambo le parti, conseguenza logica
di una curiosità dettata dalla sopravvivenza, uno
studio cioè, di un cacciatore nei riguardi di un
altro cacciatore… forse un Lupo si è mosso
silenziosamente attorno ad un accampamento, cercando di
raccogliere più informazioni possibili su quello
strano animale che usava coprirsi la pelle nuda, con delle
pellicce che non gli appartenevano, ma che invece si cibava
dello stesso cibo di cui si cibava lui, allattava la propria
figliolanza e le sue tane erano antri rocciosi, non molto
dissimili dalle abitudini del branco di cui faceva parte.
Accorgendosi della curiosità mostrata dal Lupo,
l’Uomo colse l’occasione mostrando interesse
alla cosa e, forse, nel momento della divisione del commensale,
per invogliare un qual certo avvicinamento, lanciò
lui, pezzi di carne.
Il nutrimento, è noto, sia il primo impulso al
quale ogni essere vivente risponde fin dal primo istante
in cui viene al mondo. Il piccolo, di qualsiasi specie
animale si parli, dopo il primo attimo di smarrimento,
il primo respiro, il primo vagito, il primo contatto con
qualcosa decisamente diverso da una placenta o da un guscio
d’uovo, quel che cerca affannosamente è il
cibo.
Fratello Cane nasce
‘’Fratello Cane si muove nella pancia
di Mamma. Ecco le prime contrazioni. Mamma comincia a
respirare in maniera ritmata, si interrompe all’arrivo
della contrazione e spinge, un attimo dopo ricomincia
a respirare, altra interruzione, contrazione e spinta…
finalmente appare un involucro bluastro. Mamma accuratamente
incide il sacchetto e comincia a leccare il piccolo salsicciotto
fuoriuscito. Sotto quei baci, a contatto con la calda
e morbida lingua di Mamma, il cucciolo saluta la vita.
Fino alla nuova contrazione, causata dalla chiamata di
un fratellino, Mamma si occuperà esclusivamente
di lui. Piano, piano il cucciolo, sempre più consapevole
di essere al mondo, cercherà di alimentarsi. Il
calore del corpo di Mamma e l’odore forte del suo
latte, gli indicheranno la via da seguire. Mediante dei
movimenti striscianti, formando dei piccoli cerchi, presto
arriverà a meta. Mentre lui è alla ricerca
della mammella, Mamma mangerà il sacchettino che
lo conteneva, oltre al fatto che la ‘tana’
o ‘cuccia’ deve essere sempre pulita per far
si che non ci siano problemi di igiene, tale involucro
è ricco di sostanze nutrienti, le farà bene.
Uno sguardo al cucciolo, un altro bacio, una sbirciata
in giro per controllare se tutto è pulito ed ecco
arrivare un’altra contrazione, il fratellino sta
bussando, vuole uscire.
Come per il primogenito, ugualmente senza disparità
e preferenze, Mamma si occuperà di lui e, appena
sarà pronto per alimentarsi, dividerà le
sue attenzioni fra i due fratellini.
Attenzione, eccone un altro che vuole unirsi alla compagnia.’’
- Dal libro: ‘’Lupi
allo Specchio – Ascoltando la Natura’’
Cosa c’è, quindi, di più naturale
per conquistare la fiducia di un animale, se non quello
di porger lui del cibo?
Da cosa nasce cosa, la diffidenza lascia il posto all’indifferenza
e in seguito alla fiducia.
L’Uomo avrà continuato la sua opera
di conoscenza, seguendo il Lupo al quale donava del cibo,
per scoprire dove egli aveva la tana e se apparteneva
ad un branco. Poi lo seguì (o seguì lui
e il branco), durante le pattuglie di caccia, e forse
aiutò nella cattura della preda.
Conoscendo l’Uomo, mi viene spontaneo pensare, che
una volta ucciso l’animale, per occuparsi del suo
sezionamento, abbia scacciato il Lupo, ma che in seguito,
per non lasciare con l’amaro in bocca il compagno
d’armi, e per ringraziarsene i favori, mentre si
affaccendava nella spartizione, gli offrì piccole
porzioni di carne (lanciate lontano per continuare a tenerlo
momentaneamente a debita distanza), e terminare tranquillamente
l’operazione sull’animale morto, ma lasciandogli
poi, piena libertà di cibarsi di ciò che
rimaneva.
Ed ecco, il Lupo trasformarsi da Maestro in gregario di
rango inferiore, a cui viene lasciata la carcassa –
l’Uomo intellettualmente superiore al Lupo, con
questo tipo di atteggiamento, salta il gradino gerarchico,
cambia lo status-quo e si eleva a leader, trattando il
suo compagno nello stesso modo in cui egli avrebbe trattato
un suo simile a lui sottoposto.
Questa scena mi ricorda le tante scene dei documentari
visti sul comportamento del Lupo, nel mentre avviene la
spartizione della preda uccisa: il leader mangia le parti
migliori, poi a seguire la scala gerarchica e via via
fino all’ultimo. E già in questo atteggiamento,
ritrovo un comportamento dell’Uomo moderno con il
proprio Cane, a cui elargisce parte del commensale (segnale
di rafforzamento della scala gerarchica)". -
(L’alimentazione e i suoi segreti)
Soffermandoci con il pensiero sulle Famiglie, sui Branchi,
sulla collaborazione che esiste fra tutti i componenti
del Clan, ragioniamo adesso intorno alle gerarchie/ordinamenti
e alle azioni dei singoli individui. Riflettiamo sulle
più evidenti specialità dei soggetti che
partecipano alla vita sociale/familiare – Riproduttori,
Educatori, Protettori della Famiglia e del Territorio,
e Cacciatori – e facciamo il confronto con le razze
dei Cani, cominciando ad annotare anche le percentuali
delle intensità e capacità di applicazione
negli incarichi dei ruoli
– Nota – i Genitori
sono in grado di svolgere tutti i compiti, i Figli no;
solo una volta cresciuti, se qualcuno di loro si sentirà
‘’stretto’’ in quella Famiglia,
si staccherà da Essa per formarne una propria;
a quel punto, al momento del distacco, sarà consapevole
di dover agire in solitaria per un periodo; dovrà
provvedere a se stesso senza l’ausilio di nessuno,
e se non è un Elemento più che ‘’forte/completo’’,
non riuscirà a farlo idoneamente. –
questo comportamento (il distacco) ci dice molto di Lui!
È sorprendente come l’uomo, nel tempo /
da quel primo magico incontro, sia stato in grado di selezionare
‘’Vite’’ da altre ‘’Vite’’
modificandone aspetto e comportamento nell’ampliamento
di alcune ‘’doti’’ utili e nella
limitazione di ‘’altre’’ non utili
(inizialmente) per ‘’sopravvivere’’;
‘’Vite’’ dotate di specifici comportamenti
e fisicità adatti/e a svolgere, in maniera esemplare,
compiti distinti; ‘’Vite’’ particolarmente
educate nelle loro espressioni, tanto da non richiedere
altro, al mentore o conduttore o compagno bipede, oltre
ad un indirizzo della mansione da svolgere.
Poi, con il passare degli anni e il sopraggiungere delle
diverse esigenze, ecco che i Cani ‘’aiuto’’
vengono sostituiti o allontanati. Cambiano le abitudini
dei sapiens, cambia la loro personalità, cambiano
i caratteri viaggiando verso un livello decisamente più
basso.
Abbassandosi la ‘’tempra’’ del
sapiens, per forza di cose, il dio dovette abbassare quella
dei Cani innalzando però la loro disponibilità
/ dipendenza dai ‘’Leader’’ carichi,
questi ultimi, spesso di incertezze.
Cambia la vita, cambiano le abitudini e le mode. Il Cane
segue a ruota tutto questo e diventa anche Lui un ‘’simbolo
della moda del momento’’.
Quando pensiamo alla moda, qual è il primo articolo
che viene in mente un po’ a tutti noi sapiens?
Gli abiti.
Anche per quel che riguarda la scelta di un Cane, molto
molto spesso, per il sapiens è così!
Il Cane, difficilmente viene più ‘’adottato
/comprato /regalato’’ per le sue caratteristiche
psichiche, bensì per il suo aspetto.
L’uomo non si è mai soffermato abbastanza
ad osservare e combinare gli aspetti psico-fisici di chi
ha di fronte. Difficilmente ha riflettuto che corpo e
mente viaggiano in simbiosi. E così, nella selezione
del Cane, va a cadere il pregio del carattere lavorativo
(indispensabile anche, se non soprattutto, per generare
la giusta forza vitale che, al tempo dei Lupi, ha permesso,
e tuttora lo fa, di garantire la Vita sana) a beneficio
esclusivo dell’abito che ‘’indossa’’
e del piattume della mente.
Eccoci dunque arrivati alla seconda nota che dà
‘’corpo/energia/forza vitale’’
ad un Animale ‘’sano’’:
il Carattere
E ora una domanda dovuta: chi alleva, chi seleziona,
chi fa le cose a casaccio … quanti di questi personaggi
si pongono il problema di dare alla luce una prole sana
sotto tutti i punti di vista e non solo per quel che richiede
‘’un falso senso civico’’?
Una vita non conforme allo standard di Specie e di ruolo,
un’alimentazione del tutto non idonea, un carattere
insufficiente … e l’eredità del Lupo,
va a farsi benedire! …
Siamo di fronte al supermercato delle malattie!
Il Cane non è una Specie naturale ma il frutto
di una manipolazione.
Tutto quello che ruota attorno al sapiens, ha uno scopo
economico.
Il cibo che mangia, la vita che conduce, lo stress che
accumula, la degradazione psicologica che lo priva di
ogni forma di resistenza, fanno di lui un Animale senza
attributi, materiale organico per parassiti e fonte di
squilibri interni che, altro non sono, che focolai di
follia cellulare.
Non voglio accusare nessuno ma, riflettete bene su certi
eventi che, senza troppa fantasia e conoscenza medica,
si incastrano per dar vita a patologie irrisolvibili se
non dopo la morte del ‘’paziente’’
.
In Natura il cancro non esiste!
Analizzando la parola ‘’Fragilità’’,
possiamo facilmente arrivare a conclusioni più
che ovvie che ci permettono di prevenire, prevedere, arginare
o quantomeno rallentare i processi di malattie nefaste.
– Fragilità - Facilità
di rompersi al minimo urto, o di cedere alla minima occasione.-
Es.: “la f. del vetro”
In medicina, la tendenza di alcuni organi o tessuti a
lesionarsi facilmente
Le fragilità dell’organismo data da una ‘’infiammazione’’,
la fragilità di carattere, la fragilità
dell’età, la fragilità dell’ambiente
… portano l’organismo a de-efficienze che
non gli permettono di reagire come dovrebbe; giusto è
porci in allarme ogni qualvolta ‘’la fragilità,
lo scompenso, il dis-equilibrio’’ appaiono,
perché dai piccoli segnali arrivano sempre delle
grandi notizie che dobbiamo saper leggere!!!
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